Gli interventi in aula di Oliviero Dottorini, Ada Girolamini e Armando Fronduti nella seduta di oggi durante la quale si è approvato il Dap (Documento annuale di programmazione economica) per il 2010.
OLIVIERO DOTTORINI - Le forze di maggioranza e l’assessore hanno fatto un ottimo lavoro di confronto in Commissione con un deciso impegno a valorizzare le specificità produttive locali ed a promuovere l’agricoltura biologica. Positivo anche aver inserito fra le priorità i criteri di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e sevizi delle amministrazioni pubbliche e sulla tutela delle fasce più deboli. Grazie anche alle nostre proposte trova ampio riscontro nel Dap lo strumento dell’autocostruzione della prima casa che a giorni sarà oggetto di una seduta partecipativa. Riteniamo positivo anche aver inserito su nostra richiesta un maggior impegno a potenziare l’attività di cooperazione internazionale e consolidare la maggior diffusione del commercio equosolidale, premessa dell’integrazione fra i popoli. Positiva anche la valorizzazione della stampa locale. Vigileremo sulla allocazione delle risorse in questi settori. Anche grazie al nostro impegno oggi il Dap è un documento più concreto capace di qualificare la risposta della Giunta in direzione della risoluzione dei temi della crisi economica ancora molto grave e i cui effetti negativi si manifesteranno a lungo.
ARMANDO FRONDUTI - Il Dap conferma il modello si sviluppo umbro, ma non riesce a nascondere che siamo ancora nell’occhio del ciclone della crisi, con una disoccupazione al sette per cento, pari a quella nazionale e con il rischio della sua cronicizzazione. La vera sfida del 2010 sarà per l’Umbria sulle infrastrutture (con priorità al nodo di Perugia ed alla Perugia - Ancona) e sulla produttività delle imprese, che oggi è più bassa del 10 per cento, sui salari e sulla frammentazione delle imprese. E’ importante che molte imprese non abbiano licenziato in attesa della ripresa. Ma è davvero assurdo che una crisi finanziaria, prodotta dalle banche, registri nel 2009 bilanci attivi delle stesse banche, mentre sei aziende su dieci chiudono la propria attività. Mai come oggi il nostro apparato imprenditoriale è in una situazione di assoluta debolezza e subalternità al sistema del credito. Proprio sul versante della tenuta finanziaria possiamo perdere per sempre una parte fondamentale del nostro sistema umbro. Servono interventi selettivi e mirati per consentire alle imprese di tornare ad essere competitive. Servono anche ammortizzatori sociali e un vero piano per l’occupazione che utilizzi le risorse europee. Nell’Umbria manca purtroppo una prospettiva di lungo termine che guardi oltre il 2010. Mancano anche scelte precise in tema di trasporti pubblici, una borsa senza fondo; in tema di sanità, con un sistema sanitario da rivedere. Sul piano sociale ci sono molte cose da rivedere, si ignora la sussidiarietà come strumento di aiuto alle persone, non figura nel Dap il tema delle disabilità e non si fa riferimento alcuno alle direttive Onu. Le famiglie stanno vivendo un momento difficile; negli ultimi due anni hanno visto fortemente tagliati i servizi essenziali per la loro esistenza. In Umbria sino ormai al welfare casalingo fati da te.
ADA GIROLAMINI - Rispetto ai precedenti, quello che stiamo approvando è un Dap più snello, più chiaro che ci consentirà di fare una verifica di quanto realizzato in questa legislatura, ma che propone anche spunti strategici per il futuro. Il Consiglio regionale ha grandi potenzialità di intervento e forse non siamo riusciti appieno ad esprimere negli atti di indirizzo. Vorrei evidenziare l’importanza del ruolo dell’Agenzia Umbria Ricerche, sempre pronta a fornirci validi elementi di riflessione. Per il futuro mi auguro che l’Aur possa diventare una vera e propria piattaforma informatica. In merito alla crisi economica che stiamo attraversando penso che per la definitiva soluzione servono azioni veloci e altre realizzabili nel tempo. Sono necessari, come è scritto nel Dap, nuovi motori per lo sviluppo. Regione e Governo devono garantire sempre più sostegno alle imprese e prevedere nuove misure di accompagnamento ai lavoratori che hanno perso il lavoro. La politica deve uscire dalla marginalità nella quale è oggi relegata e riprendersi le sue responsabilità nelle scelte strategiche per il Paese, passando ovviamente per la messa in atto delle riforme. Ci sono ancora oggi associazioni di categoria e imprese che chiedono un’amministrazione più snella e veloce. Per rispondere alla crisi sono necessarie risorse umane e professionalità. E’ importante garantire alle imprese maggiore tempestività in merito al loro accesso al credito. Le imprese hanno bisogno di strumenti adatti per vincere la concorrenza, soprattutto quella asiatica. E’ necessario sensibilizzare le aziende perché possano usufruire e utilizzare la presenza dello Stato italiano all’estero. Dovevamo sostenere di più le borse di studio per i giovani al fine di permettere loro di fare esperienze all’estero utilizzando poi la loro preparazione per lo sviluppo nei nostri ambiti territoriali. Per quanto riguarda la sanità, è indubbio che abbiamo potenzialità che vanno oltre la nostra consistenza demografica. Tuttavia c’è un ricorso crescente verso il ‘privato’ e la causa sono i tempi di attesa che riguardano anche interventi di chirurgia oncologica. Servono azioni specifiche per un sistema più giusto per tutti i cittadini. Tra le priorità metto quella di una maggiore sinergia con la scuola nell’ambito della programmazione. Mantengo, come ho già fatto nel passato, perplessità sugli Ati e sulla loro gestione dei rifiuti dell’energia. Criticità che è venuta fuori anche in diversi incontri istituzionali con varie associazioni. In riferimento alla mozione del Programma di legislatura che prevedeva come obiettivo primario la costruzione del Sistema Umbria attraverso il Tavolo per lo sviluppo, credo che per il raggiungimento di nuovi e importanti obiettivi vada rimesso in discussione il ruolo di ognuno. C’è bisogno di un’Umbria più aperta sia con le regioni vicine, sia con l’Italia, l’Europa e il mondo. Sono necessari elementi di discontinuità perché il contesto sociale ed economico nel quale viviamo ha subito marcati cambiamenti. Serve una nuova apertura mentale e una politica che possa guardare a progetti lungimiranti”. Dopo il dibattito in Aula e prima del voto, l'assessore al Bilancio Vincenzo Riommi, ha evidenziato che nella stesura del documento sono state seguite tre linee di azione: “contenimento delle spese di funzionamento, invarianza fiscale, contrasto alla crisi e tenuta del sistema sociale nonostante i tagli dei trasferimenti nazionali. Sono stati messi in campo importanti strumenti per garantire la tenuta sociale di questa regione e importanti finanziamenti, anche se ciò non viene riconosciuto. Questo Dap definisce un percorso di fine legislatura impostato sulla necessità di agire rapidamente anche se in Primavera ci saranno le elezioni. Fin dal 2001 abbiamo messo in campo una programmazione mirata ad interventi di lungo periodo per garantire la stabilità. Oggi affrontiamo la crisi con una Regione capace di intervenire, con i conti in ordine, un basso indebitamento, strutture in corso di razionalizzazione”.
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