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Garantire e razionalizzare la spesa sanitaria e ridurre le spese per il debito liberando risorse per le misure anticrisi rivolte a famiglie ed imprese, per assicurare la tenuta del sistema del trasporto locale e sostenere, pur non incrementando la pressione fiscale, un sistema sociale fortemente penalizzato dalla riduzione dei trasferimenti statali. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi del Documento annuale di programmazione (Dap) 2010, i cui contenuti sono stati illustrati oggi in Aula attraverso la proposta di risoluzione della maggioranza, presentata da GIANLUCA ROSSI (Pd). Nell'atto proposto dalla maggioranza viene delineato il quadro economico nazionale e regionale e si afferma che “La crisi finanziaria ed economica che sta sconvolgendo il panorama internazionale, ridisegna i sistemi economici internazionali e nazionali portando effetti non omogenei anche nelle singole realtà territoriali. Risulta necessario attivare politiche e una correlata strumentazione di intervento congrua a contrastare gli impatti che la crisi finanziaria e la recessione economica inevitabilmente produrranno sul sistema produttivo locale. Le misure adottate dal governo nazionale per contrastare la crisi sono riassumibili in un quadro di norme confuso e frammentato, caratterizzato da un’inadeguatezza finanziaria e incapacità di incidere sui problemi delle famiglie, delle imprese e del sistema creditizio. Oltre ad un basso investimento per contrastare la crisi è mancata negli interventi del governo nazionale un’impronta riformatrice volta a contrastare i principali effetti negativi e ad innalzare il tasso di crescita dell’economia italiana. In questo contesto la regione Umbria ha attivato un insieme di politiche correlate ad una serie di strumenti di intervento per contenere al massimo gli impatti che la crisi finanziaria e la recessione economica stanno determinando sul sistema produttivo. Nonostante le pesanti ripercussioni sui vincoli di bilancio derivanti dai tagli operati dal Governo nazionale – si legge nella risoluzione - la Regione Umbria, non aumentando la pressione fiscale anche a fronte di una diminuzione del gettito fiscale, ha mantenuto il sistema di protezione sociale ed in favore delle famiglie ampliando, tra le varie cose, l’offerta degli asili nido pubblici, implementando il fondo per la non autosufficienza, mantenendo gli stanziamenti per il fondo antiusura e continuando il progetto di innovazione del sistema sanitario umbro. Ha inoltre finanziato misure per il sostegno al reddito dei soggetti interessati da crisi aziendali ed occupazionali per un ammontare pari a circa 2,4 milioni di euro comprendenti la sospensione del pagamento delle rate del mutuo dell’abitazione principale, la sospensione del pagamento delle tariffe e dei canoni; la costituzione di un fondo di garanzia per l’accesso al credito ed il consolidamento delle esposizioni delle piccole medie imprese con un finanziamento di 5 milioni di euro; interventi per la capitalizzazione dei consorzi fidi e delle cooperative artigiane di garanzia pari a 1,5 milioni di euro. C’è un impegno concreto da parte della regione Umbria all’allargamento delle misure di sostegno al reddito, almeno pari a circa il 40 per cento, per i lavoratori che sono esclusi per legge da ogni possibilità di accesso agli ammortizzatori sociali: inoccupati, disoccupati e precari”. La risoluzione della minoranza, illustrata in Consiglio da ANDREA LIGNANI MARCHESANI, con una disamina di tutti gli ambiti in discussione e una bocciatura completa delle misure proposte e delle principali misure adottate dalla Giunta in questi anni, propone invece di “respingere il Dap predisposto dall'Esecutivo di Palazzo Donini. Per Lignani e per il Pdl “si persevera, acuendone toni ed aumentando nel testo inutili sottolineature, in un approccio che continua ad essere di tipo ideologico, con una visione manichea che individua esclusivamente meriti e virtuosismi all’Esecutivo regionale e confina nel solo Governo nazionale demeriti, scelte errate e tagli indiscriminati. Un approccio che non fa onore a chi lo formula, non solo perché errato, ma soprattutto perché puerile e privo di concrete prospettive di risoluzione di una crisi che, nonostante i segnali di ripresa descritti nel primo capitolo, è ben lungi dall’essere superata, soprattutto nei suoi aspetti quotidiani e percepiti da imprese, parti sociali e cittadini dell’Umbria”. Obiettivi e indirizzi del Dap 2010 vengono ritenuto sbagliati o velleitari: dalla riforma delle Comunità montane alla promozione del turismo e della cultura, dal welfare alla sanità, dal Fondo per la non autosufficienza alle riforme endoregionali, da Sviluppumbria alla Res, dal Minimetrò alla Ferrovia centrale umbra, dagli Ambiti territoriali integrati alla sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Il consigliere regionale dell'opposizione “invita la Giunta a riproporre celermente un nuovo Documento aggiornato, che al contempo prenda atto di uno scenario di riferimento in continua evoluzione e rilanci in una logica di virtuosa concertazione e di un corretto rapporto tra Giunta e Consiglio una seria politica di partecipazione delle categorie, delle parti sociali e dei cittadini umbri, finalizzata ad uno sviluppo condiviso che ottimizzi le risorse a disposizione e individui quali obiettivi dell’ultimo scorcio della Legislatura: l’abbassamento della pressione fiscale; la sicurezza e la qualità della vita nelle città; l’abbassamento delle liste di attesa; l’approvazione di un piano sociale condiviso, con particolare attenzione alla lotta alle tossicodipendenze e ai rapporti istituzionali con i Comuni; una rivisitazione della riforma delle agenzie e dei servizi pubblici; una politica infrastrutturale che porti ad una celere cantierabilità delle opere finanziate, prime fra tutte le “piastre logistiche” e ad una rapida definizione della progettazione preliminare e/o definitiva, laddove mancasse; una politica ambientale condivisa con assunzione di responsabilità chiare nel rapporto spesso conflittuale tra cittadini e siti finalizzati allo smaltimento”. 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