di D.B. Riportiamo un'ampia sintesi dell'intervento che Marina Sereni ha tenuto ieri sera all'assemblea regionale del Pd, dedicata al dibattito programmatico intorno alla relazione del suo segretario Bottini. "Partirei sottolineando come ci siano alcuni punti condivisi nell’analisi della nostra regione. Come uscirà l’Umbria dalla crisi? A me pare che il sistema Umbria prima della crisi mostrasse punti di criticità che non riusciamo ad aggredire. Da troppo tempo rimaniamo inchiodati nella posizione di ultima regione del Centronord. Punti di eccellenza e dati positivi ci sono ma poggiano su un modello che scricchiola e che dopo la crisi va radicalmente rinnovato. L’intervento pubblico in economia oggi è tornato di moda: dove dobbiamo indirizzare i fondi disponibili per rendere questi fondi efficaci? Questo è il momento per dare queste risposte perché gli aiuti pubblici vanno a finanziare progetti che il privato avrebbe comunque realizzato da solo mentre la ricerca sta languendo. La green economy è un qualche cosa di strategico, e penso poi che una verifica stringente con università ed imprese vada fatta. Non bisogna disperdere le risorse in tanti progetti. Per quanto riguarda il welfare io ho molto apprezzato la difesa del nostro sistema sanitario fatta sabato dall’assessore Rosi. Però occorre dire che ci sono bisogni sanitari e sociali insoddisfatti che riguardano la vita delle famiglie: e penso ai giovani, agli anziani non autosufficienti e al mondo dell’immigrazione. Sono questi gli interventi prioritari. Occorre dare meno risorse agli ospedali e più al territorio mettendo al centro le famiglie. Per quanto riguarda la percezione che la gente ha di noi, in una parte non irrilevante della società umbra siamo percepiti come una forza che difende un sistema chiuso. Sul tema della coalizione: partiamo da quella che c’è, va bene, ma oggi molto è cambiato e molti partiti si sono scomposti e ricomposti. C’è bisogno di una forte coesione programmatica, visto che la prossima legislatura dovrà fare anche scelte difficili e impopolari. L’affidabilità dei partner allora è fondamentale. Sulla selezione della classe dirigente credo che questo gruppo si debba mettere alla prova per cercare soluzioni condivise. Non possiamo scegliere sulla base dei sondaggi: possiamo vincere con qualsiasi candidato se lo scegliamo sulla base di un confronto limpido. Così come possiamo perdere con il migliore dei candidati se la scelta sarà fatta con una lacerazione. Ognuno però ora deve fare la sua parte". Condividi