di D.B.
Riportiamo un'ampia sintesi dell'intervento che Giampiero Bocci ha tenuto ieri sera all'assemblea regionale del Pd.
Finalmente abbiamo la possibilità di parlare di contenuti. La discussione che c’è stata è stata seria e in qualche modo ci ha dato la possibilità di mettere insieme idee e progetti per l’Umbria di domani. Però abbiamo il dovere di soffermarci di più sul pensiero politico. Secondo me infatti prima viene l’elaborazione politica e poi la proposta. Noi dobbiamo affermare pienamente lo spirito democratico. Si può essere democratici per convinzione o per accettazione passiva dei principi democratici: è questo che negli ultimi tempi ha affievolito il valore della democrazia e del nostro partito.
Dobbiamo contribuire a rafforzare lo spirito democratico, perché è questo che ci distingue dal Pdl. Credo che, ora, il Pd abbia l’obbligo del rispetto delle diversità che sono la ricchezza e l’opportunità vera del Pd. Ha l’obbligo di convivenza con realtà diverse, ma è questa la sfida di un partito riformatore moderno. Non stanchiamoci di un confronto continuo e costante, ma cerchiamo di alimentarlo costantemente. Condivido i passaggi della presidente Lorenzetti quando dice che l’Umbria non è un corpo estraneo rispetto al resto del paese e del mondo. L’incertezza che oggi viviamo non è che la ricaduta della crisi economica. Non è più possibile avere l’idea di un’Umbria autosufficiente perché questo non tiene conto dei mutamenti. Dobbiamo affrontare l’avvenire con uno spirito creativo che sappia suscitare uno scatto in avanti.
Ha ragione la Lorenzetti quando dice che la politica deve stare un passo avanti agli eventi, che la politica deve avere la capacità e la fantasia di leggere le cose prima che accadano. Non si può avere un futuro senza un’identità forte, e questa identità va aggiornata rispetto alle novità. Al Pd ora è assegnato un compito difficile: tutti devono essere parte della squadra perché tutti vincono e tutti perdono. Io immagino che possiamo fare un processo di semplificazione della nostra regione. Troppi sono i soggetti in campo, bisogna ridare responsabilità a chi ha un rapporto con gli elettori. Io ho paura a volte delle dimensioni dell’Umbria, che a volte ha difficoltà proprio a causa della sua grandezza.
Apprezzo, ad esempio, lo sforzo sui trasporti, ma più che di una holding oggi abbiamo bisogno di un’azienda unica dei trasporti. La politica deve anticipare i tempi, ma o noi dimostriamo il senso di responsabilità o facciamo cose già superate. Per quanto riguarda invece la selezione della classe dirigente io ho una linea coerente. Penso che negli ultimi anni ai cittadini non è stato consentito di scegliere i propri rappresentanti: è una situazione in cui in pochi sono a decidere. Ecco perché se penso alle primarie dico che come strumento non possiamo essere contrari. Quando ad esempio ci troviamo di fronte a liste bloccate non ci sono altri strumenti che le primarie: sono i cittadini a dover scegliere. Altrimenti siamo garantiti da qualche dirigente del partito senza correre il rischio di un voto popolare. Al posto di personalismi possiamo trovare il denominatore comune.
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