di D.B.
Riportiamo un'ampia sintesi dell'intervento di Ginaluca Rossi ieri sera all'assemblea regionale del Pd dedicata al dibattito programmatico.
"Rispetto alla campagna elettorale ora le differenze sono meno evidenti. Avanti a noi abbiamo le elezioni regionali e una nuova fase politica. Su questo dobbiamo fare una discussione non ordinaria. Con quale coalizione, con quali alleanze e con quale classe dirigente vogliamo vincere? Partendo dall’analisi dell’Umbria non si può prescindere dalla crisi e dalle sue dinamiche strutturali. I punti di criticità riguardano la produttività del lavoro, inferiore di dieci punti rispetto alla media nazionale, la bassa percentuale dell’export delle nostre aziende rispetto al pil e le difficoltà occupazionali. Occorre poi una riflessione sull’università della nostra regione e sulle debolezze su turismo, ambiente e cultura. Il giudizio sul governo regionale si basa su alcuni dati oggettivi: siamo una regione che tiene, che ha i conti in ordine. Il 67% degli umbri ne dà un giudizio positivo. Bisogna però rompere incrostazioni e rendite sociali e politiche, e avere la capacità di puntare sull’innovazione e sulla ricerca, di dare vita ad un nuovo modello di welfare. Per fare questo però bisogna passare dalle parole ai fatti. Il capitolo alleanze: per quanto riguarda quelle sociali, credo che bisogna partire da quelli che sono definiti i soggetti deboli e dal nostro sistema produttivo. Per quanto riguarda quelle politiche invece bisogna ripartire dalla coalizione di giugno ma anche dalla capacità di aprire nuove relazioni politiche che guardano oltre la coalizione di centrosinistra per come l’abbiamo conosciuta in questi anni. Bisogna poi affrontare il nodo strutturale di come affrontare la selezione della classe dirigente. Non sono un fan delle primarie perché non mi piace la politica leaderistica che non ha nulla a che vedere con il maggioritario. Il rinnovamento va guidato non attrezzando uno stadio, non è una cosa che si improvvisa. Il nuovo non è bello e positivo per definizione. Dobbiamo avere la forza di scegliere il meglio per l’Umbria e guidare un robusto processo di rinnovamento tenendo conto del pluralismo del Pd, che è una grande ricchezza. Non ci si può più affidare il caso".
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