rocco.jpg
''Ho incontrato Amanda Knox nella sua cella del carcere di Perugia per verificare la sua condizione di detenuta''. E' quanto ha dichiarato il deputato Rocco Girlanda, presidente della Fondazione Italia Usa, spiegando all'ANSA che la visita di oggi è avvenuta ''anche alla luce della fortissima eco che questo caso ha avuto negli Stati Uniti, tanto da interessare perfino le istituzioni americane e il segretario di Stato Hillary Clinton''. ''Come presidente della Fondazione Italia Usa - ha aggiunto Ghirlanda - ho ritenuto necessario questo incontro per quelle che sono le ricadute che questo drammatico caso di cronaca sta avendo tra i nostri due Paesi, da sempre legati da un indissolubile vincolo di amicizia testimoniato dalla storia, un legame che non sara' certo un fatto di cronaca nera a ledere o compromettere''. ''Una visita, quella ad Amanda Knox, che ovviamente va al di là di qualsiasi considerazione sullo svolgimento e sugli esiti del processo - continua il presidente della Fondazione Italia Usa - temi questi che competono unicamente alla magistratura giudicante del nostro Paese e che non possono e non debbono in alcun modo rientrare negli incontri tra parlamentari e detenuti, come del resto ben precisano anche le norme penitenziarie''. ''Ritengo peraltro fuori luogo - conclude l'on. Girlanda - l'inserimento dell'antiamericanismo, come richiamato dalla senatrice americana Maria Cantwell, in una vicenda come quella in oggetto, che si presta a facili strumentalizzazioni. Proprio per questo la Fondazione Italia Usa visiterà periodicamente Amanda Knox in carcere, per testimoniare la vicinanza umana verso una detenuta americana. A mio parere sarebbe più giusto evitare di creare polemiche o presunti casi di Stato, che esulano totalmente dalle dichiarazioni rese dalle parti in oggetto e dai rispettivi governi''. La visita però non ha incontrato il gradimento del senatore dell'Udc Ronconi, il quale parla di ''chiara strumentalizzazione'', criticando la Fondazione Italia-Usa per aver voluto ''pubblicizzare la visita in carcere ad Amanda come a rassicurare il popolo americano sul comportamento delle autorità carcerarie e di quelle giudiziarie italiane nei confronti della ragazza giudicata colpevole''. ''Visitare i carcerati - dice Ronconi in una nota - è sempre una buona cosa a patto che sia rivolta al sollievo dei carcerati e non alla strumentalizzazione. Invece di queste iniziative gratuitamente propagandistiche ci sarebbe bisogno di un po' di silenzio e soprattutto di pietas umana nei confronti della vittima ed anche verso i condannati. La Fondazione Italia-Usa - conclude Ronconi - ci aveva abituati ad iniziative di ben altro spessore e significato e dispiace sinceramente questa caduta di stile''. Condividi