"Il giudizio sulla legislatura è positivo, ma questo non esclude il pensare ad un'Umbria nuova con più opportunità". Conclude così la sua relazione di fronte alla platea dell'Assemblea regionale del Pd il neosegretario Bottini. Una relazione che non dice nulla di nuovo o di sconvolgente e che pesca a piene mani dai temi delle due altre mozioni che si sono confrontate nei lunghi mesi di congresso. Comunque sia, la discussione sul programma è partita ed è incardinata attorno a questa relazione.
L'assemblea di ieri, i cui lavori sono stati interrotti intorno alle 20 ("C'è la Champions League"), riprenderà sabato mattina alle 9.30 (sempre al centro congressi Capitini) per il dibattito sulla relazione del segretario e per l'approvazione del regolamento delle primarie. Attenzione - dicono però in parecchi - a darle per certe. Il fatto che ci si dia un regolamento non significa che si faranno per forza. Semplicemente, il partito ne era sprovvisto. Tutto viene rimandato alla prossima e decisiva assemblea pre-natalizia, ultima tappa dell'ormai arcinota road map.
In quella sede si vedrà se sotto l'albero democratico ci sarà un pacco con dentro il terzo mandato di Maria Rita Lorenzetti (che dovrà presentare personalmente entro il 19, se lo vorrà o se le verrà chiesto, la richiesta di deroga per un terzo mandato) o se si andrà veramente alle primarie da tenere tassativamente entro il 24 gennaio.
Tornando alla relazione di ieri Bottini sostiene che "bisogna arrivare ad una lettura articolata ma condivisa della realtà dell'Umbria. E' necessaria una fase di ascolto nella quale dovrà essere coinvolto il mondo dell'associazionismo".
I mattoni su cui Bottini vorrebbe costruire l'Umbria di domani sono fatti di infrastrutture potenziate e armonizzate al tessuto produttivo, di un rilancio della pubblica amministrazione "riducendone i costi e aumentandone l'efficienza", di un sostegno forte alla green economy e al credito per le imprese, "che vivono difficoltà nel creare valore aggiunto e ricchezza da redistribuire", di un consolidamento della spesa sanitaria e sociale e di politiche più incisive sull'innovazione e la ricerca, "materie su cui l'Umbria deve recuperare posizioni".
Posizioni che vanno recuperate anche in materia di infrastrutture: "L'Umbria paga - dice il segretario - una scarsa accessibilità e un'eccessiva frammentazione del tessuto produttivo". Una frammentazione che si ravvisa anche nel tessuto sociale se è vero, come dice Bottini, che "l'effetto della crisi dovrà anche essere quello di stimolare politiche che limitino un certo liberismo: serve una rinnovata responsabilità sociale anche in campo economico. Il pil misura tutte le cose, tranne quelle per cui vale la pena vivere".
Sulla base di tutto questo Bottini chiede un "cambio di fase" e si prepara al confronto prima interno e poi con le altre forze politiche disposte a formare un'alleanza in vista delle elezioni del 28 marzo. Un'apertura di credito intanto arriva dall'area di Marinelli, che ascolta con attenzione la relazione del segretario: "Questa relazione - dice Marinelli ad Umbrialeft - dà la possibilità di aprire il dibattito. Certo alcune cose vanno chiarite e approfondite, ma intanto il dibattito è aperto".
LA QUESTIONE DEL TESORIERE Terminato l'intervento di Bottini è stato Mauro Agostini (veltroniano purosangue, ex tesoriere del Pd ed autore di un libro intitolato proprio "Il tesoriere") a sollevare la questione del tesoriere umbro (Edoardo Gubbini): "Se è vero - dice Agostini - che il tesoriere entrerà in carica solo alla fine delle elezioni di marzo, chi penserà da qui a quella data a tutte le incombenze necessarie? Vorrei che Lamberto su questo desse una risposta".
STRAMACCIONI E BATINO Il secondo round dell'assemblea regionale Pd, iniziato ieri pomeriggio al Capitini con la relazione del neosegretario Bottini, proseguirà sabato mattina con i discorsi degli altri big del partito e con l'approvazione del regolamento per le primarie (da tenere eventualmente entro il 24 gennaio).
Un commento particolarmente duro sulla relazione di Bottini (per leggere il servizio di Umbrialeft clicca qui) è arrivato dal segretario provinciale Stramaccioni, appollaiato per tutto il tempo nella parte destra della sala congressi del Capitini. Stramaccioni ai giornalisti ha fatto notare l'anomalia di un partito di separati in casa, dove regna l'incomunicabilità e dove non ci sono più i bravi pontieri di una volta. Un partito dove a contare non è più la politica ma la freddezza dei regolamenti.
"Purtroppo - dice Stramaccioni a La Nazione - non c'è uno, tra quelli che dovrebbero, che avverte la necessità di prendere in mano la situazione e di adoperarsi perché non si arrivi alle elezioni in ordine sparso. Si vuole forse che a metà gennaio intervenga Bersani con indicazioni vagamente autoritarie?".
A risvegliare poi l'attenzione di una platea un po' assonnata ci ha pensato il sindaco di Castiglione del Lago Batino, il quale ha messo sotto accusa una classe dirigente capace solo di pensare a se stessa e inadeguata a preoccuparsi di una sconfitta elettorale "che è alle viste".
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