“L'acqua è un bene naturale e necessario e come tale ne va garantito l'accesso a tutti i cittadini”. E' quanto ribadito con forza dal Direttivo dello Spi Cgil di Perugia che si è riunito ieri, 9 dicembre, a Passignano sul Trasimeno.
Il Direttivo formato da oltre 70 pensionati della Cgil ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegna il sindacato ad opporsi con fermezza alla procedura di privatizzazione dei servizi idrici avviata con la conversione in legge del Decreto 135/09 (DL Ronchi), in base alla quale i servizi idrici devono garantire una quota minima obbligatoria all'ingresso degli operatori privati nel settore, ma senza fissare una quota massima. Per le società miste, i soci privati non potranno possedere una quota inferiore al 40%, mentre le società miste quotate in borsa non potranno superare il 30% di presenza pubblica.
“La privatizzazione avviata porterà di fatto ad un accesso condizionato in base alla capacità di pagamento del servizio da parte dei cittadini – si legge nell'Odg dello Spi Cgil - e ad un aumento delle tariffe, soprattutto perché, contrariamente al settore dell'energia e del gas, non si potrà contare sulla pluralità di offerte di gestori differenziati, creando inoltre, nel caso di affido completo ad un gestore privato, una situazione di monopolio in contrasto con quanto enunciato dalla stessa legge in materia di concorrenza”.
Per tali motivi lo Spi Cgil di Perugia si mobiliterà a sostegno di una serie di iniziative finalizzate alla salvaguardia del servizio pubblico, alla creazione di tariffe differenziate in base al consumo e per garantire nei regolamenti comunali le necessarie forme di tutela degli utenti domestici con redditi bassi, tra cui anziani e pensionati.
Ufficio stampa Cgil Umbria
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