La destra al potere conferma la sua vocazione antidemocratica e reazionaria vietando il corteo del movimento unitario degli studenti, dei precari e dei lavoratori della conoscenza. Quello che è successo a Roma è inaccettabile. Quando alcuni giorni fa eravamo in Questura per definire il percorso del corteo dell'11 che ci avrebbe portato ad assediare il Ministero della Pubblica Istruzione dopo aver incontrato a Piazza della Repubblica la massa
dei lavoratori della Funzione Pubblica e della Flc diretto a Piazza del Popolo, in una stanza poco distante il Pdl, La Destra e i sindacati padronali Ugl, Cisl e Uil, firmavano segretamente con il sindaco Alemanno un nuovo Protocollo restrittivo della libertà di manifestazione, per consentire ai turisti nel mese pre-natalizio dipoter dare sfogo alle proprie pulsioni consumistiche, senza il fastidio di migliaia di persone che sfilano per le strade della capitale per ricordare al mondo che esiste una crisi devastante e che
a farne le spese sono tutte le donne e gli uomini che rivendicano casa, diritti, reddito e una conoscenza libera sostenuta daistituzioni pubbliche e democratiche.
La libertà di movimento e di dissenso nella città di Roma rischia di essere gravemente limitata da ordinanze restrittive e bene ha fatto la Cgil, che lo scorso anno commise l’errore di firmare un protocollo analogo, ad aver preso una posizione netta contro questa inaccettabile negazione delle libertà democratiche. Come Rifondazione Comunista ci riconosciamo nel comunicato unitario stilato da tutte le sigle promotrici della manifestazione di oggi in cui si rivendica l'intenzione di violare il protocollo cercando comunque di raggiungere il Ministero della Pubblica Istruzione.
Ancora una volta, in tempo di crisi, si vuole limitare la
libertà d'espressione e il diritto al dissenso imponendo un protocollo amministrativo che dovrebbe essere valido solo per le parti contraenti. Non ci risulta che qualcuno abbia chiesto agli studenti e ai ricercatori precari un parere a riguardo. Ancora una volta viene agito il tentativo di limitare il protagonismo dei soggetti della formazione, studenti, ricercatori, insegnanti e genitori, che rifiutano di pagare i costi di una crisi che altri hanno determinato.In un paese a democrazia limitata crediamo invece sia importante
rivendicare il nostro diritto a manifestare contro i processi di dismissione di scuola e università, contro ogni forma di precarizzazione del lavoro e delle vite, per un sistema della formazione pubblico, di massa e di qualità. Per questo oggi, in occasione dello sciopero dei lavoratori della conoscenza, malgrado il divieto della Questura, attraverseremo comunque le strade della
città riprendendoci la libertà d'espressione e il diritto a manifestare.
Rifondazione invita dunque tutte le comuniste e i comunisti organizzati nel movimento unitario degli studenti, dei precari e deilavoratori della conoscenza, a confluire l'11 dicembre a Piazzale Aldo Moro puntuali alle 9 per dirigerci insieme, come previsto, a piazza della Repubblica dove incontreremo i lavoratori
della conoscenza e della funzione pubblica. Quindi, cercheremo comunque di raggiungere pacificamente, in massa e compatti, il Ministero della Pubblica Istruzione, sfidando il blocco imposto da un governo fascista e populista.
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