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PERUGIA – Verte sulle problematiche inerenti il rilascio di autorizzazioni all’escavazione di pozzi ad uso domestico ed extra-domestico che eccedono i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo l’ordine del giorno presentato dal consigliere provinciale del Pd Massimiliano Capitani. Con il documento, che di seguito riportiamo integralmente, si impegna la Giunta provinciale di Perugia a sollecitare la Regione Umbria affinché vengano approvate norme e regolamenti definitivi in materia di derivazione acque pubbliche. “Il rilascio delle autorizzazioni relative all’escavazione di pozzi ad uso domestico – si legge nel documento - è di competenza comunale e dell’Arpa, mentre alla Provincia spettano le competenze per i pozzi ad uso extra-domestico (civile, industriale, irriguo…). La Legge n° 225 del 24 febbraio 1992 sull’“Istituzione del servizio nazionale della Protezione Civile” prevede all’articolo 5 la possibilità, da parte del Consiglio dei Ministri, di poter dichiarare lo Stato di Emergenza determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi. In data 24 maggio 2002 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato un decreto in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza in riferimento alla situazione di crisi dell’approvvigionamento idrico che ha colpito la regione Umbria, fino al 31 dicembre 2002 ed è del 18 luglio 2002 l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3230 sulle “Disposizioni urgenti per fronteggiare l’emergenza nel settore dell’approvvigionamento idrico nella Regione Umbria”. Il 19 settembre dello stesso anno la Regione Umbria e la Regione Toscana hanno sottoscritto un protocollo di intesa per il superamento dell’emergenza idrica nel comprensorio Valdichiana-Trasimeno; in data 26 novembre 2002 il Presidente della Regione dell’Umbria ha emanato la O.P.G.R. n° 126 con la quale è stato approvato un primo stralcio di interventi urgenti e necessari a fronteggiare la crisi idrica, mentre con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 dicembre 2002 si proroga fino al 31 dicembre 2003 lo stato di emergenza della crisi idrica della Regione Umbria. In data 21 maggio 2003 il Presidente della Regione dell’Umbria ha emanato la O.P.G.R. n°48, nella quale vengono elencati i criteri per il rilascio di autorizzazioni all’escavazione di pozzi ad uso domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo; all’articolo 1 si impone di dichiarare ai soggetti richiedenti autorizzazione all’escavazione di pozzi ad uso domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo, l’assenza di fonti alternative di approvvigionamento idrico e l’esigenza dell’opera per un uso limitato alle sole necessità potabili ed igienico-sanitarie. Al punto 2.10 della O.P.G.R. n° 126 sono riportate le disposizioni tecnico-amministrative per la ricerca e l’utilizzazione delle acque sotterranee che prevedono per i pozzi ad uso domestico una profondità massima di escavazione di 30 metri dal p.c. mentre per quelli ad uso extradomestico (civile, industriale, irriguo ….) una profondità di 50 m dal p.c.; al punto 2.10.1. sempre della O.P.G.R. n° 126 sono riportate le indicazioni relative ai contenuti minimi dello studio idrogeologico che prevedono per i pozzi ad uso domestico una portata giornaliera di 10mc/giorno e un volume massimo complessivo di 500 mc/anno, mentre per quelli ad uso extradomestico una portata giornaliera di 100 mc/giorno e un volume massimo complessivo di 20.000 mc/anno. Visto che le indicazioni e le prescrizioni riportate nella O.P.G.R. n° 126 inerenti profondità di scavo e quantità delle captazioni si riferiscono alla “fase di emergenza idrica” e che al punto 2.10.2. della stessa è stabilito che nella “fase transitoria”, intesa come periodo compreso tra il termine della fase di emergenza e l’approvazione di norme e regolamenti definitivi in materia di derivazione di acque pubbliche, valgono le disposizioni riportate per la “fase di emergenza idrica”; accertato che sulla base del D.P.C.M. del 20/12/2002 lo stato di emergenza della crisi idrica della Regione Umbria è terminato il 31 dicembre 2003 e che ad oggi rientriamo ancora nella cosiddetta “fase transitoria”, il Consiglio Provinciale impegna la Giunta provinciale a sollecitare la Regione Umbria affinché vengano approvate norme e regolamenti definitivi in materia di derivazione acque pubbliche”. Condividi