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"Leggo amareggiato, e un po' divertito, le arrampicate sugli specchi dei soliti analisti colti di sorpresa ma non basiti dai dubbi sollevati dal Segretario di Stato americano sullo svolgimento del processo a Perugia che si è concluso con la condanna di Amanda". Lo afferma il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli, per il quale "poiché il Segretario di Stato si chiama Hillary Clinton e non Marcello Dell'Utri o Silvio Berlusconi, ciò autorizza la speranza che chi ha scelto, in assoluta malafede, di foderarsi gli occhi con il prosciutto per non vedere la persecuzione giudiziaria contro il premier, cominci magari a coltivare il laico dubbio che gli ingranaggi giudiziari del nostro Paese hanno prodotto effetti distorsivi clamorosi". In realtà però la Clinton non ha sollevato nessun dubbio sulla sentenza di Perugia o sul sistema giudiziario americano. Anzi, ha pure detto di non conoscere il caso. E' stata infatti la senatrice Cantwell a sollevarli, mentre il Segretario di Stato ha solamente detto di essere disponibile ad ascoltare chi ha dei dubbi. Ma tant'è, e il buon Napoli non si ferma qui. "Quando si mette in dubbio - prosegue infatti Napoli - che un Paese che non sa dare giustizia certa a due cittadini comuni forse non ha autorevolezza neppure per processare il suo premier, si dice una verità e insieme una bestialità. Infatti il premier non deve essere processato da un Paese, ma da un Tribunale e, ove possibile, giudicato sulla base di prove e non di dichiarazioni di pentiti, magari costruite e mai verificate. Chissà - conclude - la signora Clinton cosa avrebbe mai obiettato di fronte a un processo simile". LA FAMIGLIA DI AMANDALe polemiche, ovviamente, non si fermano qui. Parla infatti di ''iniziative autonome'' la famiglia di Amanda Knox riferendosi a quelle che stanno giungendo dagli Usa sul caso della giovane condannata a Perugia per l'omicidio di Meredith Kercher in merito al quale è intervenuta anche la senatrice democratica Maria Cantwell. ''Amanda ha subito un processo regolare - hanno detto i congiunti della giovane di Seattle parlando oggi pomeriggio con l'ANSA - che a nostro avviso ha comunque evidenziato la sua innocenza. A nostro avviso si è trattato quindi di un grande errore''. La famiglia della Knox ha comunque sottolineato che ''tutto quanto viene fatto per Amanda ci fa piacere''. ''Ma noi - hanno aggiunto - non guidiamo i politici''. RONCONI E LIGNANI Politici nostrani che invece, come fanno Ronconi (Udc) e Lignani Marchesani (Pdl), continuano ad esternare sulla vicenda. ''Solidarietà ai giudici di Perugia per lo scrupolo, la serietà e la professionalità che hanno dimostrato nel processo Meredith, resistendo per mesi ad una pressione mediatica straordinaria'', dice infatti il primo in una nota. ''Ora - afferma Ronconi - si respingano le volgari insinuazioni dettate da interessi mercantili provenienti da oltremanica. C'è da augurarsi che anche le istituzioni dell'Umbria assumano responsabilmente una posizione di chiarezza nei confronti di intromissioni inaccettabili e lontanissime dalle nostre tradizioni giuridiche''. ''E' inaccettabile - dice invece il pidiellino - che un Paese alleato pretenda di intromettersi in sentenze di una Nazione che si è sempre dimostrata amica degli Stati Uniti, talvolta al limite dell'arrendevolezza''. ''E' evidente che la più grande potenza del mondo - prosegue Lignani Marchesani - non tollera che un proprio cittadino sia detenuto in carceri straniere ma è bene che l'Italia e le sue istituzioni si mobilitino una volta per tutte per non accettare più ingerenze che in tempi anche recenti hanno duramente provato la nostra comunità nazionale. Basta ricordare la sostanziale impunità di cui hanno goduto gli autori della strage del Cermis e dell'uccisione di Nicola Calipari. Coloro che al di là dell'oceano storcono il naso per un processo in cui il dibattimento ed i diritti degli imputati sono stati rispettati farebbero bene a ricordare il caso del nostro connazionale Rocco Barnabei giustiziato nel 2000 dopo un verdetto assai dubbio (vale la pena sottolineare che il verdetto proprio del diritto statunitense non presuppone le motivazioni che invece sono proprie della sentenza e dell'ordinamento giuridico italiano) per tacere poi il caso storico di Sacco e Vanzetti italiani finiti anch'essi sulla sedia elettrica''. ''Duole constatare - prosegue la nota - che il fronte innocentista gode poi dei favori di poteri influenti; è di dubbio gusto infatti spendere denaro pubblico per trasferte a Seattle per intervistare parenti e amici della Knox e fare trasmissioni nel principale canale di Stato a senso unico senza sentire tutte le campane. In un contesto simile, chiaramente sbilanciato, e che apre fronti che vanno ben al di là di un processo che ha dato a Perugia e alla nostra regione una pubblicità non certo positiva, che va riconosciuta ai giudici Comodi e Mignini e all'intera Corte la piena solidarietà per il lavoro correttamente svolto nonostante le enormi pressioni cui sono stati sottoposti''. Condividi