La settimana politica che si apre oggi, malgrado il ponte dell'Immacolata, ha due appuntamenti importanti per la maggioranza: il dibattito sulla legge finanziaria alla Camera che entro giovedì dovrebbe passare dalla Commissione bilancio al dibattito dell'Aula, la ripresa nella Commissione giustizia del Senato del confronto sul disegno di legge di Pdl e Lega sulla riforma del processo breve. L'opposizione è invece alle prese con le polemiche seguite alla manifestazione di sabato scorso denominata ''No B. Day'', promossa dalla rete dei blog di internet che chiedono le dimissioni del premier Silvio Berlusconi. Ieri Pierluigi Bersani, segretario del Pd, partecipando su Raitre alla trasmissione ''In mezz'ora'', ha replicato alle critiche che gli sono arrivate da più parti, a iniziare dal direttore di ''Repubblica'' Ezio Mauro per la mancata adesione del suo partito. Il leader del Pd ha cercato di attutire le polemiche: ''Io rimango della mia idea. Era una manifestazione della rete? Sono diverse piattaforme che si uniscono in una parola d'ordine? Se è tutto questo, allora un partito cosa deve fare? Deve metterci il cappello e aderire a tutto quello che viene detto o mandare una delegazione come in Cecoslovacchia negli anni Cinquanta''. Bersani ha confermato una indicazione che potrebbe valere in altre occasioni dello stesso tipo: ''Un partito deve lasciare liberi i militanti i suoi dirigenti, secondo le proprie sensibilità. Dopo la giornata di sabato, la responsabilità del Pd è quella di cogliere questa energia e collegarla ad altri mondi e sensibilità che possono mettere in campo una alternativa''. Il segretario del Pd non si pente della sua scelta e ribadisce di aver apprezzato le adesioni individuali di militanti e dirigenti del suo partito alla manifestazione. Nel corteo di sabato spiccavano le presenze di Rosy Bindi, presidente del partito, Dario Franceschini, ex segretario, dell'ex ministro Giovanna Melandri, della parlamentare europea Debora Serracchiani e del senatore Ignazio Marino insieme a tanti altri esponenti del partito. Ezio Mauro, intervistato su Sky Tg24, è stato tra i primi a dissentire dalla scelta del segretario del Pd: ''Bersani ha fatto male a non partecipare al No B. Day. Certe volte sembra che il Pd e la sua base abbiano degli avversari politici diversi. Ha fatto benissimo a dire che il Pd in quanto tale non aderiva, avrebbe però potuto andare alla manifestazione perché è il leader dell'opposizione''. La discussione sul corteo di sabato scorso a Roma vede anche il ritorno sulla scena di Walter Veltroni che prende posizione contro l'eccessiva prudenza di Bersani: ''Mi ha meravigliato una certa diffidenza mostrata da alcuni dirigenti del Pd verso questa manifestazione. Ho sentito dire per esempio che noi partecipiamo solo alle manifestazioni che promuoviamo, ma questo atteggiamento è sbagliato''. Particolarmente soddisfatta per il successo della manifestazione è l'Idv di Antonio Di Pietro che finora ha preferito non stuzzicare il Pd rinfacciando la mancata adesione al corteo di sabato. Dice Felice Belisario, capogruppo al Senato: ''Ora fare opposizione in Parlamento e nel paese sarà più facile per il centrosinistra e per l'Idv, perché sappiamo di avere alle nostre spalle un popolo intero che sostiene il nostro operato''. Molto critico verso il Pd, ma per motivazioni opposte a quelle avanzate dal direttore di ''Repubblica'', è Francesco Rutelli che da qualche settimana ha abbandonato il partito di Bersani: ''L'agenda della sinistra la fanno Di Pietro e compagni ed è normalissimo che il Pd vada loro appresso. Su una materia squisitamente politica come la giustizia il segretario Bersani non va in piazza, la presidente Bindi sì. Che dire?''. Mentre è in corso questo dibattito, non passa inosservato l'annuncio della senatrice Dorina Bianchi di abbandonare il Pd per tornare tra le fila dell'Udc di Pier Ferdinando Casini (più volte si era trovata in contrasto con le indicazioni del partito, per esempio sul caso di Eluana Englaro). Spiega la senatrice: ''Il Pd è una delusione. Bersani è stato eletto con il mandato di rafforzare l'ancoraggio del partito alla storia della sinistra, lo spazio per una presenza dei moderati cattolici si è ridotto al lumicino. Non penso che piangeranno molto per la mia uscita''. A Bersani che nell'intervista a ''In mezz'ora'' si era detto convinto di un declino del ciclo politico di Berlusconi, replica intanto Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: ''Il tramonto è quello che sta vivendo il Pd, stretto tra la sinistra radicale e la piazza estremista di Di Pietro, abbandonato dai moderati, incapace di una iniziativa concreta o di una idea innovatrice''. Su legge finanziaria e riforma del processo breve il Pd proverà a smentire Bonaiuti. Condividi