Gianluca Graciolini
Gruppo consiliare Rifondazione Comunista Gualdo Tadino
Da cinquant'anni oramai, intere generazioni di politici locali, umbri ma non solo, si sono confrontati sul problema della rete ferroviaria della nostra Regione ed in particolare tutti hanno sentito parlare quasi come di un grande sogno del raddoppio della Orte-Falconara. Un grande sogno che resta ancora da realizzare, nonostante i tanti e a più riprese declamati impegni e nonostante le periodiche promesse della classe dirigente di governo ribadite, attraverso una delibera di programmazione del CIPE, anche tre anni fa.
Nessun atto vero e conseguente, nonostante la ricorrente spinta pressochè unanime di politica e territori interessati, è stato compiuto. Anzi. Le già scarse risorse per le opere pubbliche e le infrastrutture sono nel frattempo state dirottate altrove: e al Nord, per pressioni della Lega, e al Sud per la vergogna del Ponte sullo Stretto di Messina, per le pressioni dell'apparato politico-imprenditoriale-mafioso, solo per fare qualche esempio.
Tutto ciò è avvenuto a grave pregiudizio per lo sviluppo di questi nostri territori e per la fuoriuscita di essi da un atavico isolamento e da una indiscutibile marginalità. Soprattutto e direttamente, l'annoso stato di queste cose ha provocato grave detrimento ad abitanti, lavoratori e imprese di questo territorio pregiudicandone pesantemente la mobilità nei primi due casi, la possibilità di abbattere i costi del trasporto delle merci nel caso delle imprese.
Sappiamo bene che non ci sarà alcun raddoppio della Orte-Falconara e se andiamo a guardare gli stessi contratti di servizio stipulati da Trenitalia o se più semplicemente guardiamo alle scelte aziendali sulle stazioni di Fossato di Vico ed in precedenza di Gualdo Tadino, ci accorgiamo che non c'è alcun investimento, anzi, solo tagli e bevi o affoga. La motivazione di Trenitalia sta tutta nei numeri, ovvero nel bacino d'utenza che non consentirebbe la sostenibilità economica dei servizi.
Noi abbiamo avuto sempre dei forti dubbi su questo modo di ragionare soprattutto trattandosi di servizi pubblici ma, tant'è, la politica oramai prevalente è questa e la situazione, ad oggi, anche. Di fronte a questo stallo che relega il nostro lembo d'Umbria in una condizione ulteriore di marginalità, la politica prenda il coraggio a piene mani, abbandoni le antiche e precarie speranze e inverta i propri indirizzi in materia di programmazione intermodale.
Abbandoni cioè l'irrealizzato e irrealizzabile sogno del raddoppio della Orte-Falconara e punti invece sul sicuramente più solido progetto, tuttora chiuso nei cassetti dove però ogni tanto si va quasi furtivamente a sbirciare sennò la coscienza non sta a posto, che prevede l'intera riorganizzazione della rete ferroviaria umbra. Con il collegamento del Capoluogo di Regione ai nostri territori e la realizzazione di una stazione ferroviaria tra Gualdo e Gubbio, precisamente nella frazione di Biagetto.
A quel punto ci sarebbe un bacino di utenza formidabile per la nostra Regione e delle direzioni di traffico sicuramente più veloci, facili e agevoli rispetto ai grandi centri del Nord Italia. Con tutto quello che ne consegue per la fuoriuscita delle nostre terre dall'isolamento e per il loro sviluppo economico, sociale e turistico. Diciamo questo perchè la volontà di Gualdo sarebbe cruciale nell'eventuale ed inevitabile vertenza e perchè siamo di fronte ad una crisi che richiede risposte forti e non inerti o scontate anche sul fronte delle infrasttrutture.
Speriamo che la politica e l'amministrazione della nostra Città sappia cogliere questa sollecitazione e non si faccia frenare da stantii, inutili, controproducenti e artificiosi campanilismi, da facili conservatorismi o da convenienze elettorali e possa sviluppare una riflessione cogente. Sarebbe veramente un bel segnale che quando si tratta di pensare al futuro di questo territorio si abbandonino certe antiche e sconfitte categorie di pensiero e con coraggio responsabile si affronti anche il mare aperto. A questa sfida d'altronde ci chiamano le grandi trasformazioni ed anche le drammatiche crisi della modernità, anche a Gualdo.
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