PERUGIA - Deciso passo avanti e un iter sostanzialmente celere per il disegno di legge sul sistema integrato dei servizi sociali. La terza Commissione di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza i primi diciassette articoli del testo normativo predisposto dalla Giunta, riconvocandosi per giovedì 10 dicembre, con l’intendimento, annunciato dal presidente Enzo Ronca, di licenziare l’atto per consentire che lo stesso arrivi al voto finale dell’Aula nella seduta già programmata del 21 dicembre.
L’iter del disegno di legge si è in pratica sbloccato dopo l’illustrazione fatta dall’assessore regionale ai servizi sociali Damiano Stufara, con riferimento all’accordo sottoscritto con l’Anci e trasferito nella legge mediante alcuni emendamenti. Fra Regione e Anci, ha spiegato Stufara, si è in pratica chiarito che gli Ati (Ambiti territoriali integrati), indicati come erogatori dei servizi sociali tramite le zone sociali coincidenti con gli attuali distretti sanitari, non potranno fare assunzioni di personale, ma avvalersi dei dipendenti dei comuni o del personale che già opera nei servizi. Unica deroga ammessa, in caso di carenza evidente negli organici comunali, ha aggiunto Stufara, potrà riguardare personale precario già in servizio da tempo, da reclutare con procedura unica gestita dalla Regione. Un’altra modifica introdotta conferma la scelta di procedere a gare di appalto dei servizi che, per tutelare la qualità degli stessi, relega al solo 30 per cento il peso della componente ribasso dei prezzi. Un’ulteriore modifica, a favore delle cooperative sociali di tipo B che risultino in regola con l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, prevede di affidare a loro il cinque per cento dei servizi esternalizzati.
Prima del passaggio al voto si è aperto il dibattito sul primo dei cinquanta articoli che ha visto ribadire le varie posizioni politiche. Ha espresso dubbi sulla eccessiva complessità delle legge e delle procedure previste Enrico Melasecche (Udc). Critiche sono venute da Enrico Sebastiani (Fi-Pdl) che ha sollevato il problema della mancata previsione della famiglia come destinataria dei servizi sociali e delle funzioni degli Ati che si sovrappongono ad altre strutture, a cominciare da quelle scolastiche e formative.
In difesa del testo sono invece intervenuti Paolo Baiardini (Pd) favorevole alla scelta di non favorire troppo i ribassi di prezzo, e che ha chiesto di ricomprendere nelle procedure di affidamento anche la legislazione antimafia più recente, e lo stesso Enzo Ronca, presidente della Commissione, che ha parlato di “ruolo guida” dell’Umbria a livello nazionale con la scelta degli Ati e delle zone sociali.
La votazione sugli articoli, soprattutto sui primi che dettano l’impostazione dei principi generali, ha fatto registrare una tendenza sostanziale al voto contrario da parte dei consiglieri della minoranza Enrico Sebastiani (Fi-Pdl) e Alfredo De Sio (An-Pdl) e un voto complessivamente di astensione ma anche favorevole su diversi articoli, di Enrico Melasecche (Udc).
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