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di Nicola Bossi Domani sera o addirittura nella notte Amanda e Raffaele sapranno se i due anni di carcere fatti sono stati solo un terribile imprevisto della loro giovane vita oppure sono stati solo l'inizio di una pena destinata a toccare l'ergastolo per poi ridursi al massimo a tre decenni da passare dietro le sbarre. La Corte da Assise, da domani, si riunirà per decidere su colpevolezza o innocenza, su ergastolo o su libertà. In ballo non c'è solo il futuro ma una intera esistenza. Non è caso che Raffaele dica "ridatemi la mia vita" e "non ho ucciso Meredith e non ero nella casa di via della Pergola". Il ragazzo pugliese ha ammesso che più della giustizia aveva confidato nel pentimento dell'assassino di Meredith:"ogni giorno spero che il vero assassino confessi per chiudere questa storia". Ma Sollecito oggi in aula ha voluto riprendersi anche il suo ruolo di uomo, la sua libertà dal connubio con Amanda su cui i Pm tanto hanno parlato definendolo "succube" della ragazza americana "Il Pm Mignini ha detto che ero Amanda-dipendente, ma l'avevo conosciuta solo pochi giorni prima del delitto. Ero molto affezionato a lei, ma si trattava di un legame tutto da verificare. Non esiste alcuna dipendenza e se Amanda mi avesse chiesto qualcosa che non condividevo avrei detto no come mi era già successo con altri miei amici. Figuriamoci se mi avesse chiesto qualcosa di terribile come uccidere una persona". Nel pomeriggio, del giorno che precede il verdetto, è stata la volta di Amanda: la mente dell'assassinio e la molla compressa che poi è esplosa, secondo la ricostruzione dell'accusa. La bella Amanda non ride più da diverse udienze, non si presta ai flash e telecamere e ammette di avere paura. "Non sono calma - ha affermato in aula - perchè ho paura di perdermi per cose che non ho fatto". E ancora: Ho paura di avere una maschera da assassina forzata sulla mia pelle". E davanti alla Corte da Assise ha spiegato di "sentirsi vulnerabile". Amanda è davanti ad un bivio importante: se libera tornerà a Seattle dove l'attendono produttori, case editrici e televisioni. Risolverà tutti i debiti di famiglia e avrà una professione. Non metterà più piede in Italia. Se condannata: il suo italiano diventerà sempre più fluido anno dopo anno, decennio dopo decennio, che passerà dietro le sbarre. Condividi