«Penso che dovremmo riportare nella Federazione l'esperienza fatta con Genova, cioè la critica al modello neoliberista e capitalista». Ciro Pesacane, presidente del Forum ambientalista, parte proprio dallo specifico dei temi ambientali per sottolineare la necessità di una Federazione che serva da «punto di riferimento di sinistra» per le lotte. Che nel caso dell'ambiente hanno il grande pregio di «tenere unito il Paese - dice - Dalla val di Susa al ponte sullo stretto, movimenti, comitati, associazioni, singoli cittadini: tutti legano questo conflitto a un unico modello, e differente, di società».
Il fatto che per la prima volta a sinistra prova a fare aggregazione anziché divisione è certamente un segnale positivo. Al di là di questo, però, la Federazione non esprime un limite iniziale nel momento in cui è promossa sostanzialmente da forze politiche?
Penso che per Rifondazione la Federazione rappresenti una scommessa e uno strumento fondamentali. C'è un grande problema di fondo che in questi mesi ha assalito e quasi travolto la sinistra di alternativa, ed è il fatto che ultimamente non abbiamo aggregato. Quindi dobbiamo partire. Subito. Senza remore. E abbiamo l'obbligo di incrociare immediatamente tutto il mondo delle associazioni, dei movimenti e dei comitati. Secondo me c'è maledettamente voglia di sinistra. In questo ultimo anno si è come spento un interruttore: dobbiamo riaccenderlo.
Ma c'è davvero tutta questa voglia di sinistra o, invece, il popolo di sinistra di tutto ha voglia tranne che di nuove alchimie organizzative?
Io penso che abbiamo bisogno di un riferimento, penso che ci sia bisogno di una sinistra, penso che ne abbiano bisogno quanti sono impegnati sull'acqua, contro gli inceneritori, contro il ponte sullo stretto, nella difesa dei diritti. Tante persone, che non vengono dalle esperienze e dalle culture dei partiti, è vero che pensano si tratti solo di operazioni di ceto politico. E allora la scommessa è se la Federazione nasce dialogando su temi precisi, anche al di fuori degli insediamenti tradizionali, per esempio promuovendo il referendum sull'acqua o sul nucleare.
Si tratta appunto di due dei quesiti proposti da Ferrero. La questione è se attraverso la Federazione si riesca a realizzare un incontro che non sia episodico e limitato a una raccolta di firme. Quali possono essere i percorsi?
Penso che dovremmo riportare in questa Federazione anche l'esperienza fatta con la Sinistra europea e le culture di Genova. Cioè la critica al modello neoliberista. E, con questo, tutta la critica alla contraddizione capitale-natura. Le questioni ambientali sono grandi questioni economiche. La battaglia sul clima, ad esempio, la vinci con scelte economiche radicali, uscendo dal fossile inquinante e puntando su modelli alternativi. L'acqua, invece, è un tema che va al di là della privatizzazione, perché coi consumi attuali 1,5 miliardi di persone non vi avranno accesso. Dobbiamo modificare gli stili di vita e uscire dal tunnel del neoliberismo attraverso il linguaggio critico. Oggi i temi del'ambientalismo, del femminismo e dei diritti sono grandi temi di sinistra. Perciò dico che la Federazione dovrebbe ripartire dall'esperienza di Genova. Anche sul piano della ricostruzione di luoghi e percorsi unitari. Il conflitto ambientale, del resto, tiene unito paese. Dalla val di Susa al ponte sullo stretto, movimenti, comitati, associazioni, singoli cittadini: tutti legano questo conflitto a un unico modello di società.
Tuttavia in Italia, diversamente dall'Europa o anche dagli Usa di Obama, la questione ambientale fatica sempre ad affermarsi a sinistra. Come mai?
In Italia abbiamo un problema storico e culturale delle forze ambientaliste, che nascono su basi progettuali ambigue e non definite come nel resto d'Europa.
L'ambientalismo né di destra né di sinistra…
Invece lo scontro è precisamente sul modello di società. E quando parli di modello di società, parli di modello alternativo, perché quello neoliberista ha fallito. Il fatto è che in Italia abbiamo un capitalismo straccione e una sinistra miope: che non ha capito l'ambiente come elemento centrale di una ripresa economica e occupazionale. In Germania le energie alternative producono 400 mila posti di lavoro. Il dissesto idrogeologico in Italia può dare impiego a mezzo milione di lavoratori. Negli Usa non fanno più inceneritori perché capiscono che nell'immondizia c'è la risorsa riutilizzo. Il salto di qualità che dovrebbe fare la sinistra è anche non difendere l'indifendibile: faremo tutti la lotta per Termini Imerese, ma tra dieci anni deflagrerà comunque: prima o poi il black-out del fossile avverrà.
Nel pomeriggio di sabato la Federazione partecipa insieme a molti altri al "No B day"? Pensi possano esserci elementi di continuità? E in che modo?
Si tratta di una piazza convocata in modo strano, ma fatta di tante persone che vorrebbero girare pagina e anche capire come farlo. Devi mandare un messaggio ben preciso, perché la piazza degli scontenti di Berlusconi non va bene. Devi dire che Berlusconi sbaglia perché fa certe politiche, che sono sorelle di quelle altrettanto sbagliate fatte anche dai governi di centrosinistra. Non a caso in Italia hai l'eccezione di un parlamento composto quasi solo da Pdl e Pd, che hanno in testa stesso modello di sviluppo, che il ponte sullo stretto lo voglio entrambi.
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