PERUGIA - Una nuova operazione è stata portata a termine dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia nel settore dell’illecita contraffazione dei marchi. Dallo scorso mese di dicembre infatti le Fiamme Gialle erano sulle tracce di un campano, di 46 anni, residente in provincia di Siena ma operante nel perugino e dedito alla vendita di capi di abbigliamento recanti i marchi contraffatti di note griffe nazionali ed estere. Proprio seguendo i suoi spostamenti i finanzieri hanno messo le mani su di una ramificata organizzazione criminale, composta da altre 30 persone, di cui dieci residenti in provincia di Perugia, quasi tutte con precedenti specifici, che a vario titolo e con compiti diversi si occupavano dell’approvvigionamento e della successiva commercializzazione dei prodotti illegali. Passo dopo passo i finanzieri hanno ricostruito, con innegabile perizia, i compiti e le responsabilità di tutte le persone coinvolte, attribuendo al principale indagato ed ad altri cinque soggetti anche il vincolo associativo in relazione alla fornitura di capi di abbigliamento e di articoli di telefonia illegali, per decine di esercizi commerciali e di privati cittadini delle province di Perugia, Terni, Rieti, Siena e Lecce. Come avviene normalmente per ogni impresa commerciale che si rispetti anche nel campo dell’illecito, come in questo caso, il quarantaseienne campano si avvaleva dell’opera di due collaboratori di origine magrebina, due “sub-agenti” per così dire, che avevano il compito di “piazzare” i prodotti nelle province del Nord Est ed in particolare nel vicentino. Per evitare di incappare nei possibili controlli da parte delle Forze dell’Ordine l’organizzazione si premurava di far visionare preventivamente ai consapevoli clienti dei veri e propri “campionari”, con tanto di foto, degli “articoli commercializzati”. Dopo che erano state perfezionate le ordinazioni, i prodotti venivano recapitati, in tutta sicurezza, tramite ignari corrieri, direttamente al “domicilio” dei richiedenti. Ma i sotterfugi utilizzati non sono serviti per sfuggire ai controlli delle Fiamme Gialle ed è così che l’illecito traffico veniva smantellato con un blitz in piena regola che ha interessato sei regioni d’Italia (Umbria, Toscana, Lazio, Puglia, Lombardia, Veneto) ed ha impegnato oltre cento finanzieri. Alla fine delle perquisizioni, eseguite nello scorso mese di luglio, e disposte dal dott. Claudio Cicchella, i militari hanno sequestrato 9197 articoli illecitamente riprodotti, tra capi di abbigliamento, calzature, borse, orologi e telefoni cellulari di ultima generazione, che erano in procinto di essere immessi sul mercato per un valore di oltre 250.000 Euro. Sulla scorta di quanto sopra e degli ulteriori elementi di prova acquisiti durante le indagini il predetto Magistrato richiedeva, ottenendole dal competente G.I.P. misure cautelari nei confronti dei due principali personaggi coinvolti nella vicenda vale a dire F.A. di anni 46 ristretto nel carcere di Perugia e H.A. di anni 25 agli arresti domiciliari presso la propria abitazione. Inoltre nei confronti di un terzo soggetto H.H. veniva disposto l’obbligo di dimora presso il proprio domicilio. La Guardia di Finanza fa sapere che le norme contro il “falso” sono state ulteriormente inasprite a seguito dell’entrata in vigore della legge nr. 99 del 23 luglio 2009 – c.d. legge a tutela del made in Italy – per cui , come noto, anche l’acquirente di prodotti contraffatti, rischia una sanzione fino a 7000 euro. Condividi