moria pesci.jpg
“Grazie all’azione decisiva dei Noe e della magistratura perugina è stato avviato il procedimento giudiziario nei confronti dei responsabili dei gravissimi danni ambientali al fiume Tevere nel Comune di Perugia a causa dei quali, nell’estate del 2008, venne aggredito l’ecosistema del fiume e morirono 18 quintali di pesci. Il metanolo killer e altre sostanze tossiche riversate nel Tevere, rilevate dalle centraline di monitoraggio e analizzate dai tecnici dell’Arpa, soffocarono tutta la fauna ittica presente per un raggio di 14 km. Purtroppo, a causa del decreto legislativo n. 152/06 del governo Berlusconi, gli enti locali non hanno più alcuna legittimazione, davanti a nessuna sede, dunque anche penale, per reclamare nei confronti dell’autore delle azioni o omissioni criminose il risarcimento del cosiddetto “danno ambientale”. Lo dichiarano il senatore del Partito democratico Francesco Ferrante, che in merito ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente, e l’assessore all’Ambiente del Comune di Perugia, Lorena Pesaresi. “In seguito a quell’episodio – ha dichiarato l'assessore Pesaresi – fu approvata la mozione “Salvaguardiamo il Tevere dagli scempi ecologici” da parte del Consiglio comunale di Perugia, con cui si impegnava il Sindaco e la Giunta a compiere, in sintesi, accertamenti sullo stato di conservazione del Tevere, ad intensificare i controlli ambientali attraverso il concorso degli enti pubblici competenti, ad accertare eventuali rischi ecologici. Il Comune di Perugia avrebbe però bisogno di fondi per sostenere l'attività di monitoraggio delle acque del Tevere, e per realizzare il "Progetto Tevere", fondamentale strumento che potrebbe riportare il fiume ad una centralità nella gestione del territorio e quindi ad un suo recupero funzionale anche ambientale ed ecologico.” Proprio la richiesta di fondi adeguati è al centro dell'interrogazione che il Senatore Francesco Ferrante ha rivolto al Ministro dell'ambiente: “Sarebbe inoltre un segnale importante di attenzione al territorio e all’ambiente interessato dal fiume Tevere - ha sostenuto Ferrante -se almeno il Ministro dell'Ambiente agisse costituendosi parte civile nell’azione penale in corso per il risarcimento del danno ambientale e, in mancanza, al risarcimento per equivalente patrimoniale nei confronti dello Stato.” "Insomma - concludono i due esponenti ecodem - sarebbe davvero una beffa se a causa della legge voluta dal precedente governo Berlusconi, al Comune venisse impedito di costituirsi e il Ministero non lo facesse per ignavia o distrazione. Il Tevere e la sua salute sono temi troppo importanti per non meritare la dovuta attenzione anche da Roma." Condividi