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Sabato 12 dicembre alle 9,30 presentiamo a Perugia, sala della partecipazione del Consiglio regionale, Palazzo Cesaroni, il numero monotematico della rivista Marea dedicato a “Il corpo indocile. Autodeterminazione nelle scelte della vita e del fine vita”, con Monica Lanfranco e Rosangela Pesenti (direttora e codirettora Marea) e Maria Rosaria Marella (Associazione GIUdIT). L’editoriale, fa spazio a narrazioni “ di donne e uomini che hanno vissuto passaggi cruciali a livello personale sul tema dell’autodeterminazione nella vita e nel fine vita, per dare corpo con le narrazioni ad argomenti di solito incorporei e rubricati sotto l’astratta voce di ‘etica’.” Le narrazioni si alternano a contributi che coniugano competenze disciplinari (diritto, filosofia, scienza, medicina, storia, antropologia) con assunzione di responsabilità di genere, riprendendo il filo della “ messa a fuoco delle priorità secondo il parametro del privato come politico, suggerita e indicata dal movimento delle donne”. Il corpo indocile che emerge dalle pagine della rivista è corpo pensante che si espone e confronta la concretezza, l’unicità e la conflittualità non pacificata delle storie di vita e di relazione con le rappresentazioni e codificazioni della corporeità socialmente, storicamente, geograficamente, sessualmente situate. Si coglie il presente come momento di passaggio, segnato dai progressi della biologia e della medicina e delle loro applicazioni e affiorano luci e ombre delle conoscenze disciplinari da esperienze di donne che procedono lungo crinali e volgono lo sguardo a diversi versanti. La bioetica viene interrogata per l’ambivalenza di significati che le vengono attribuiti. Disciplina con finalità normative e a risposte univoche? O luogo di interrogazione e di ricerca su paradigmi interpretativi della realtà storicamente e culturalmente determinati, che indaga nel profondo delle culture politiche facendo emergere le ragioni che sottendono concezioni del mettere al mondo, vivere, morire, connesse con concezioni della natura e della naturalità molteplici, in continuo divenire e sessualmente connotate? Si parla di maternità e aborto ricordando che si nasce di donna, raccogliendo la riflessione laica di un medico di fronte all’aborto e chiedendosi se si può praticare una scelta non sacrificale della maternità nel tempo sociale della precarietà e della medicalizzazione di ogni esperienza dell’esistenza umana. Il rapporto con le biotecnologie è ricollocato al centro delle tensioni che lo attraversano, interroga il senso del limite e chi pone il limite, a partire dalla relazione tra il sapere medico e la soggettività delle donne su gravidanza, parto, puerperio: chi quale confine separa fisiologia e patologia nell’esperienza della maternità? Si indagano promesse, aspettative e rischi connessi all’uso sociale delle biotecnologie. Da un lato, il desiderio di diventare genitori ricorrendo alla fecondazione artificiale, il desiderio di vivere più a lungo, guarire da malattie oggi incurabili, vivere la malattia e il percorso di fine vita con dignità e senza essere devastati da sofferenze evitabili, non essere sottoposti a trattamenti terapeutici forzati, essere o non essere mantenuti indefinitamente in uno stato vegetativo. Sull’altro versante, una tecnoscienza sollecitata a collocarsi su un terreno di supremazia e di indiscutibilità da parte di esponenti ai vertici della politica istituzionale e della Chiesa cattolica alla ricerca e allo stesso tempo dispensatori di legittimazione. Può il sapere medico sciogliere con un colpo di spada il nodo dei dilemmi etici in ordine alle decisioni da prendere? Si indaga, ancora, il rapporto tra il corpo e la legge, la separazione corpo/mente e la rottura delle relazioni di fiducia, deprivazioni e riduzioni in stato di minorità morale e giuridica di donne e di uomini che gettano ombre inquietanti sui fondamenti della convivenza civile e costituzionali. Si mettono in luce le insensatezze in cui si dibatte il diritto nel rapporto con i corpi sessuati, la legislazione e la giurisprudenza che ripropongono o rileggono anacronisticamente le donne come soggetti di diverso valore morale rispetto agli uomini. Si evidenziano problematicità, delineano piste di ricerca, sollecita un confronto aperto ad altre parole e contributi. Per anticipazioni sul sommario e l’editoriale: www.mareaonline.it.Per ascoltare brevi interviste alle autrici dei testi: www.radiodelledonne.it.Per aderire e intervenire: corpoindocile@gmail.com. Coordina: Stefania Catanossi (avvocata). Partecipano: Ornella Bellini (docente in discipline filosofiche all'Università di Perugia) Adelaide Coletti (Associazione rete delle donne Antiviolenza) Fiorella Giacalone (docente di antropologia culturale alla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Perugia) Paolo Pannacci (medico psichiatra consulente in cure palliative) Marina Toschi (consilgliera regionale di parità) Condividi