Una mozione affinché la Giunta provinciale di Perugia si mobiliti in tutte le sedi per escludere la gestione del settore idrico dai dettami del Decreto Ronchi e per costituire, con tutti gli Enti locali interessati, una rete al fine di impedire che, nei nostri territori, si proceda a privatizzazioni del servizio idrico. Il documento avente ad oggetto “Opposizione e contrarietà del Consiglio Provinciale di Perugia in merito al Decreto Legge n. 135”, è stato presentato dal consigliere provinciale del Prc Luca Baldelli. “L’acqua – si legge in premessa - è stata dichiarata dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, un “patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale” e non un “prodotto commerciale al pari degli altri”. Questa filosofia, improntata al massimo rispetto per un bene comune di vitale importanza per l’umanità, è stata coerentemente recepita anche dalle Nazioni Unite, che hanno proclamato il 2003 “Anno internazionale dell’Acqua”, sulla scia anche della Prima Conferenza Mondiale dell’Acqua di Mar della Plata del 1977, durante la quale l’ONU aveva inaugurato il “Decennio internazionale dell’acqua potabile e del risanamento”. In spregio a tutti questi indirizzi e dettami provenienti dalle più alte autorità mondiali – si legge ancora nella mozione di Baldelli - il Governo italiano, con il Decreto Ronchi (Decreto 135/09, articolo 15), approvato definitivamente dal Parlamento in data 19 novembre 2009, ha deciso che la gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica, inclusa la gestione e la distribuzione della risorsa acqua, dovrà essere appannaggio di società miste pubblico - private, all’interno delle quali la quota di capitale privato non dovrà essere inferiore al 40% del totale (art. 1, comma 2, lettera b)”. Per Baldelli l’acqua non è e non può essere considerato un servizio pubblico a rilevanza economica, poggiante su logiche e prassi commerciali, di ritorno monetario per qualsivoglia soggetto, pubblico o privato, bensì una risorsa imprescindibile per la vita sul pianeta, non assoggettabile a logiche di mercato. “La presenza, sia pure marginale, di soggetti privati all’interno delle Società che, anche nel nostro territorio, gestiscono il settore idrico – scrive il consigliere del Prc - ha portato ad un generale aumento delle tariffe, con pesanti disagi per le fasce più deboli della popolazione, senza tangibili e proporzionali miglioramenti del servizio nel suo complesso (perdite lungo la rete, estensione della rete stessa ecc…)”. Da qui la mozione per impegnare la Giunta “a mobilitarsi in tutte le sedi affinchè si escluda categoricamente la gestione del settore idrico dai dettami del Decreto Ronchi; a costituire, con tutti gli Enti locali interessati, una rete al fine di impedire che, nei nostri territori, si proceda a privatizzazioni del servizio idrico; ad impegnarsi affinchè, nello Statuto regionale, l’acqua venga individuata come bene comune non mercificabile e non come servizio pubblico a rilevanza economica”.
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