Nel dibattito odierno in consiglio regionale sul piano acque, il consigliere Pdl Raffaele Nevi ha detto che ''il piano va in porto come un successo dell'opposizione e delle associazioni agricole che hanno stoppato l'iniziale disegno scellerato che aveva proposto la giunta. Noi avremmo voluto un provvedimento diverso, perché ci sono misure che creeranno ripercussioni pesanti in certe zone dedite alla zootecnia'', ha ribadito Nevi, secondo il quale su questo specifico punto ''c'è stato il teatrino di alcune forze del centro sinistra che prendono in giro i cittadini''.
Massimo Mantovani (Pdl) ha aperto il suo intervento rivolgendosi a Dottorini: ''Parla di consociativismo, trasversalità e inciuci sulla vicenda Bettona: ma tra chi? Deve dire nomi e cognomi!''. E' seguito un breve battibecco tra i due, con Dottorini che chiedeva di rispondere subito ed il presidente dell'assemblea, Fabrizio Bracco, che ha detto al consigliere Idv che avrebbe replicato, per fatto personale, alla fine della discussione.
Mantovani ha ripreso il proprio intervento chiedendosi ''se Dottorini faccia ancora parte di questa maggioranza'', ed ha proseguito dicendo che, nella vicenda di Bettona, ''la Regione ha avuto due responsabilità: la prima di non controllare, la seconda di non aver mai avuto il coraggio di scegliere''. Ha chiesto infine ''come mai tanta attenzione ha riguardato Bettona ma non altrettanta la situazione di Marsciano sul fronte depurazione''.
Per Stefano Vinti (Prc) ''non c'è bisogno che Dottorini faccia nomi: li ha già fatti la magistratura nell'inchiesta su Bettona. Nessun amministratore di centro sinistra è coinvolto nell'inchiesta: possiamo dire lo stesso di quelli del centro destra?'', ha chiesto a sua volta polemicamente Vinti a Mantovani, sottolineando poi che ''l'emendamento che la giunta ha presentato in commissione al piano acque cambia completamente lo scenario perché quegli impianti non hanno più il monopolio del processo di depurazione''.
Sulla privatizzazione dell'acqua, Vinti ha ribadito la richiesta di ''inserire nello statuto il fatto che
l'acqua non è un bene economico disponibile: così tutto torna in capo alla Regione, se vuole privatizzare o no sarà una sua scelta''.
Ultimo intervento, quello di Ada Girolamini (Sdi), che ha invitato a ''non incrociare il piano giudiziario e quello politico. Alla zootecnia va prestata la giusta attenzione, specie in un momento economico difficile come questo. Servono risorse, in tempi brevi, per consentire alle aziende del settore di continuare ad operare''.
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