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BENEVENTO-PERUGIA STADIO SANTA COLOMBA 30 NOVEMBRE 2009 PERUGIA: BENASSI, ZOPPETTI (58’TACCUCCI) , BONOMI, ACCURSI, PAGANI, STAMILLA (70’CAZZOLA), MENASSI, PERRA, BONDI MARTINI (85’DEL CORE) , ERCOLANO – ALLENATORE: ZAFFARONI BENEVENTO: GORI, PEDRELLI , PALERMO, FERRARO, DELIGUORI (77’SECAS), LANDAIDA, CIARCIA'’(70’LA CAMERA),PACCIARDI,, EVACUO, CLEMENTE ,D'ANNA (86’ CATTANEO). ALLENATORE ACORI MARCATORI: 15’ E 20’ EVACUO; 42’ MARTINI; 50’ CIARCIA’- ARBITRO IL SIG. ANDREA CORLETTO DI CASTELFRANCO VENETO ASSISTENTI I SIGG. MARIO VOLPE E VINCENZO OSTUMI di Daniele Orlandì Nei primi venti minuti l’emblema del Perugia di quest’anno: gioca con personalità, crea più e meglio del Benevento, tatticamente controlla il campo, ma non segna. Gli avversari non fanno quasi nulla, ma il loro centravanti Evacuo si trova serviti due gol: il primo da un clamoroso patatrac di Pagani, il secondo da una intera difesa imbambolata, compreso Benassi, su corner. Per la verità, tra i due gol campani, anche il Perugia la palla l’aveva buttata dentro con Menassi, con l’arbitro che ha annullato per un dubbio fuorigioco: ma anche questo fa parte della tipicità stagionale del Grifo. Prima e dopo i primi due gol beneventani, e poi per tutta la gara, il Perugia ha fatto la partita, si è spinto avanti con una continuità ed anche con una incisività insolite nell’era Pagliari, ma non è mai riuscito a buttar dentro la palla. E’ sembrata, fino a quel punto, l’ennesima riprova che avere disponibile o no, per tutto il campionato, un attaccante da doppia cifra fa la differenza tra squadre che puntano agli stessi obiettivi. Il Benevento ce l’ha, il Perugia deve ancora trovare certezze, aspettando i segni di progresso di Martini ed Ercolano. Ma stasera è emerso anche l’altro problema cronico del Perugia, cioè le amnesie difensive che riescono puntualmente a concedere agli avversari due o tre situazioni favorevoli a partita. Un problema cronico che si spera non venga accentuato da un assetto più offensivo rispetto a quello precedente. Altre volte era andata bene, stavolta no, vuoi perché gli errori sono stati (specie il primo) macroscopici; vuoi perché davanti c’era una vecchia volpe delle aree di rigore come Evacuo, che ha letteralmente seminato il panico nella tremebonda difesa perugina, peraltro ancora priva del suo perno Raimondi, infortunato. Martini, comunque, confermando il suo momento di vena ispirata (tre gol nelle ultime tre uscite) sul finire del primo tempo, ha riacceso le speranze dei grifoni, lanciato a rete da un’assist volante di petto di Ercolano. Chissà che dopo l’incontro odierno il Perugia non abbia trovato l’assetto e i giocatori offensivi capaci di ribaltare la cronica sterilità offensiva della prima parte della stagione. Ma l’ennesima bambola difensiva perugina ad inizio ripresa (Ciarcià libero di calciare dal limite e Benassi ancora poco reattivo) ha ributtato il Grifo in fondo alla montagna. Neanche dopo questa mazzata, però, i biancorossi si sono arresi. Hanno dimostrato di crederci, di avere idee e capacità di costruire gioco e occasioni, anche se i difensori centrali del Perugia (l’ingresso di Taccucci al posto dell’infortunato Accursi non ha cambiato la musica) hanno continuato ad esibire una fragilità impressionante che alla lunga ha tolto sicurezze a tutta la squadra. Insomma, sempre sullo sfondo dei dilemmi e degli interrogativi sulle sorti societarie, sul piano tecnico la squadra ha evidenziato i pregi ed i difetti già noti. Ha limiti che ad oggi le impediscono di aspirare oltre il quinto-sesto posto. Ma ha anche qualità (doti caratteriali, idee e compattezza del gruppo) che potrebbero essere importanti qualora nelle prossime partite Martini ed Ercolano confermassero i progressi e la incisività dimostrati a Benevento; Cazzola si affermasse come l’esterno di mediana su cui si può contare per un salto di qualità; Raimondi si riprendesse rapidamente dall’infortunio e ridesse quadratura alla difesa; e qualora a gennaio il ds Marcaccio (che in estate ha costruito senza budget una squadra più che dignitosa) potesse portare a Perugia uno o due giocatori utili ad alzare il livello della squadra . Troppi “se”, forse, ma nessuno insormontabile. Tranne l’ultimo, forse. Daniele Orlandì Condividi