GUBBIO - E’ stato inaugurato questa mattina il “Laboratorio gola del Bottaccione – archivio della terra” all’interno del complesso di S. Benedetto, finanziato con fondi della Regione Umbria e del Comune di Gubbio. L’importo complessivo del progetto è di € 400.000,00, reperiti quanto a €. 300.000,00 dalla Regione Umbria e 100.000,00 a carico del cofinanziamento comunale.
I lavori strutturali sono stati realizzati dall’impresa Edilfaramelli mentre i lavori di restauro sono stati curati da Ikuvium e l’allestimento del visitor center dalla ditta Mizar di Roma. Erano presenti il sindaco Orfeo Goracci, l’assessore regionale Silvano Rometti, l’assessore del Comune di Gubbio Renzo Menichetti, la signora Fernanda Faramelli Clementi e il curatore del Visitor Center Paco Lanciano, vero esperto nel settore a livello internazionale. Tutti i presenti hanno sottolineato come la finalità della realizzazione di un Visitor Center sia quella della promozione e conoscenza della vicina Gola del Bottaccione, per fornire uno strumento di lettura e di valorizzazione di un’area a particolare valenza geologica, naturalistica e paesaggistica e dunque meritevole di un’adeguata interpretazione.
A questo scopo, le metodologie comunicative ed espositive usate sono tra le più innovative nel settore della museologia scientifica e dell’interpretazione ambientale, costituendo il nucleo di una serie di interventi mirati ad ampliare l’offerta culturale e ricreativa del territorio. « Ci troviamo in un luogo come il complesso di S. Benedetto – ha commentato l’assessore Menichetti – di rara bellezza che pochi eugubini hanno avuto la possibilità di apprezzare, destinato ad essere recuperato per intero. La nuova struttura del Visitor Center potrà essere, al tempo stesso, veicolo di promozione culturale e motore di sviluppo socio-economico, collegato anche al turismo scolastico e alle attività didattiche. »
Il sindaco Goracci ha ricordato le collaborazioni di quanti hanno lavorato nel tempo alla realizzazione dell’intervento: « Questa nuova struttura dovrà comunicare il senso di unicità del territorio di Gubbio e del sito geologico di importanza mondiale della Gola del Bottaccione, alla quale tanti si sono dedicati nel tempo, con passione e tenacia. » Sono stati citati e ricordati anche coloro che sono scomparsi da Guido Bonarelli a Dino Clementi, fino al professor Pialli e al professor Alvarez, il quale ha inviato un saluto da Berkley.
« Il territorio di Gubbio – ha proseguito il sindaco - è, infatti, unico per complessità e interesse geologico al punto che la stessa gola viene anche detta Gola dell’Iridio per la presenza dell’omonimo affioramento studiato da decenni dai più importanti geologi del mondo. Il Visitor Center del San Benedetto potrà costituire il nucleo di una serie di interventi mirati ad ampliare l’offerta nel territorio attraverso l’implementazione di altri servizi, attività e attraverso la sistemazione degli spazi esterni e dei servizi connessi.»
L’assessore Rometti ha sottolineato l’originalità della realizzazione ed ha espresso l’auspicio che venga messa ‘a sistema’ con altri interventi delle Regione Umbria: « Il Laboratorio del Bottaccione Archivio della terra – ha sottolineato Rometti - rientra nel progetto UMBRIAGEO, finalizzato alla divulgazione e valorizzazione di luoghi di interesse speciale. Scienza e tecnologia sono presenti in ogni ambito e intervengono nelle scelte che riguardano anche l’ambiente. In pochi ambiti la conoscenza scientifica è così importante come nel complesso rapporto tra uomo e territorio e nella conservazione degli ecosistemi naturali. Avvicinare il grande pubblico all’osservazione della natura, alla conoscenza dei delicati equilibri degli ecosistemi di cui siamo parte e alla comprensione dei meccanismi che regolano le funzioni degli organismi viventi, sono obiettivi irrinunciabili, dunque, per qualsiasi politica culturale e ambientale che si ponga la questione di un futuro sostenibile. Da queste considerazioni di base nasce il progetto di allestimento del Visitor Center, una nuova struttura che si propone di essere, al tempo stesso, veicolo di promozione culturale e motore di sviluppo sociale ed economico per la comunità locale. »
Fernanda Faramelli ha ricordato il lungo lavoro svolto da lei insieme al marito Dino Clementi, e tutti gli apporti che nel corso del tempo si sono sviluppati, parlando del coronamento di un ‘sogno’ a lungo coltivato. « Ci siamo dedicati dagli anni ’70 a questa Gola del Bottaccione, diventata un sito scientifico di rilevanza mondiale dopo che il geologo americano Walter Alvarez scoprì, con l'aiuto del padre Luis, premio Nobel per la Fisica e di altri scienziati dell'Università della Califomia a Berkeley, che un sottile strato di roccia, privo di qualsiasi forma di vita, presenta una concentrazione trenta volte superiore al normale di iridio, un metallo raro sulla terra, ma presente nello spazio. Ecco perché la Gola del Bottaccione è chiamata anche "Gola dell'iridio". Questa notevole presenza di iridio nelle rocce del Bottaccione indusse gli Alvarez a formulare diverse ipotesi, finché, nel 1979, proposero la soluzione: un grosso meteorite di 10 km. di diametro doveva aver colpito la terra immettendo nell'atmosfera un'enorme quantità di iridio. Quasi tutte le rocce della Gola del Bottaccione contengono un'alta percentuale di resti di gusci di microscopici organismi che formavano il plancton vivente negli antichi mari del Mesozoico. In particolare quelle del Cretacico che vengono comunemente chiamate "scaglia", è costituita da un insieme di strati ricchissimi di microfossili, che hanno consentito di studiare e ricostruire le condizioni ambientali in cui le rocce stesse si sono formate e di ricostruire la stratigrafia basata sul succedersi delle varie forme di vita. Nell'intervallo di tempo che va dai 120 milioni di anni fa ad oggi, un gruppo di microrganismi chiamati "foraminiferi" ha permesso di individuare periodi ben distinti della storia della Terra. Ecco perché la Gola del Bottaccione è chiamata anche "archivio della Terra", e come dice Alvarez, è come camminare sul fondo del mare. In altre parole, i fianchi della Gola sono una fotografia al dettaglio della storia della Terra, strato per strato, dal Giurassico al Terziario. La teoria degli Alvarez ha trovato conferme nel 1991. In Messico, nella penisola dello Yucatan, è stato infatti trovato il cratere denominato “Chicxulub”, di circa 180 km. di diametro, provocato dall'impatto del meteorite. L’impatto di questo oggetto cosmico è noto come la causa dell’estinzione di massa del Cretaceo-Terziario, che spazzò via i dinosauri e più del 75 per cento di tutte le specie vegetali e animali presenti sulla Terra. »
Dal canto suo, Paco Lanciano ha illustrato le caratteristiche del Visitor Center e le sue potenzialità: « Il percorso espositivo ed i contributi divulgativi sono presentati attraverso sofisticate apparecchiature multimediali come un viaggio alla scoperta del territorio del Comune di Gubbio, uno dei territori più belli ed interessanti dell’intero Appennino sotto il profilo ambientale e geologico oltre che dal punto di vista storico e culturale. Inoltre l’area è particolarmente dotata di reperti paleontologici risalenti fino a 200 milioni di anni fa che hanno permesso di ricostruire i cambiamenti del paesaggio e quindi la storia della formazione delle catene umbre. La nuova struttura si pone come uno “strumento” al servizio dei visitatori, una sorta di “bussola” o di manuale di “istruzioni per l’uso”, attraverso il quale orientarsi alla scoperta dell’area. Elemento chiave del progetto di questo Centro è la metodologia espositiva, frutto di esperienze professionali nel settore della museologia scientifica sperimentate con successo in altre realtà territoriali. L’idea alla base è quella di superare l’impianto tradizionale dei centri visita, quali esposizioni composte prevalentemente da vetrine, collezioni, testi specialistici, depliant e manifesti e di restituire al visitatore il ruolo di protagonista nell’indagine, nella ricerca e nei processi di elaborazione che sono alla base della conoscenza. Superata una prima area di accoglienza e informazioni, il percorso espositivo ha inizio nell’ambiente unico e spettacolare della quadrisfera multimediale, una struttura molto efficace e all’avanguardia dal punto di vista della comunicazione. »
Nella quadrisfera del Visitor Center si ripercorre il tempo al contrario fino alla fatidica età di 65 milioni di anni da oggi durante la quale avvennero gli enormi sconvolgimenti testimoniati dalla Gola dell’Iridio. La quadrisfera è una struttura multimediale costituita da uno speciale sistema di grandi specchi e dodici monitor televisivi capace di creare un effetto particolarmente spettacolare, quello di dare al visitatore l’impressione di trovarsi di fronte a una gigantesca sfera costituita da centinaia di immagini.
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