Sapendo di rischiare la solita litania del sindaco Goracci “vetero comunista”, fuori dalla storia e che non comprende la modernità, voglio intervenire su di un fatto ignorato dai grandi “media” e che io giudico un insulto ai più deboli, ai poveri e a coloro che socialmente ed economicamente soffrono da sempre la crisi economica attuale. In tanti servizi in Tv (Ballarò, Anno Zero, ma anche in tante altre trasmissioni) si vede la disperazione, il pianto di chi ha perso il lavoro, di chi non sa come andare avanti, di chi deve rinunciare a progetti di vita, di chi gioirebbe se avesse la certezza e la sicurezza di poter percepire 1.000,00 euro al mese. Nel mio ruolo, quanta gente si conosce che, con dignità, viene a dire che non ce la fa più a pagare affitti, mutui, bollette, che è duro mettere insieme tre pasti al giorno o comprare il ‘quadernone’ per il figlio. In questo quadro drammatico, leggiamo che nella causa di separazione legale tra Silvio Berlusconi (presidente del Consiglio) e sua (ex) moglie Veronica Lario, per l’accordo lui offre 200.000,00 (e può arrivare fino a 300.000,00) euro al mese alla signora, Veronica Lario ne chiede 43 milioni all’anno (oltre tre milioni e mezzo al mese). Avete letto bene, parliamo di queste cifre. Senza essere scienziati della matematica proviamo a vedere quanti stipendi da 1.000,00 euro al mese potrebbero essere dati a chi non sa dove sbattere la testa e sono milioni di uomini e donne. Nell’ipotesi minima 3 milioni e seicentomila all’anno sarebbero 300, nell’ipotesi massima 43 milioni sarebbero quasi 3.600, molti di più dei dipendenti della Merloni di Gaifana in crisi. E’ chiaro di cosa e di che cifre parliamo?!? C’è o no la percezione di quante sono in Italia le persone (alle quali si offre lo “scudo fiscale”) che parlano di milioni come se fossero noccioline?. Si immagini cosa è invece la separazione per la coppia che sta in affitto, che è disoccupata, che ha il mutuo da pagare. Questo è il mondo nel quale viviamo. Questo è il mondo dove la politica è crollata; non è possibile che di fronte a queste cose non scatti almeno l’indignazione. Certo, anche da queste cose, si percepisce come l’indebolimento e la sconfitta dei ‘comunisti’ e della ‘sinistra progressista’ abbiano significato il “crollo del muro” di un minimo senso di equità e giustizia sociale, che sono ben rappresentati anche dalla nostra (svuotata) Costituzione. Per quanto mi riguarda, da comunista, da persona che vive in questo mondo, che ha anche responsabilità istituzionali, che sa bene che domani (e nemmeno dopo domani) non ci saranno processi rivoluzionari, alzerò sempre la mia voce e il mio pensiero contro queste palesi e vergognose ingiustizie, sperando che ciò aiuti ad aprire gli occhi. Condividi