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Luca Baldelli Responsabile Dipartimento ambiente e beni comuni del Prc Regionale Rispetto all’approvazione del Piano regionale di tutela delle acque, il Dipartimento regionale ambiente e beni comuni del PRC ritiene che le posizioni espresse dal Consigliere Dottorini siano figlie solo di un’impostazione demagogica e tatticista, che nulla ha a che vedere con un reale impegno propositivo per migliorare il Piano stesso, qual è quello che invece è stato messo in campo dal Partito della Rifondazione Comunista, con iniziative politiche e istituzionali efficaci e di spessore. Dottorini arriva tardi, e sembra più preoccupato di parare i colpi dell’azione attiva e propositiva di Rifondazione che di proporre soluzione concrete e praticabili, nel nome di un ambientalismo astratto e fondamentalista, che nulla ha a che vedere con una politica ambientale innovativa, seria, nemica delle lobby e delle rendite di posizione. Sarà utile ricordare che, se non ci fosse stata l’azione di Rifondazione Comunista in Consiglio regionale, mai il Piano sarebbe tornato nella competente Commissione ( la seconda ) per essere riveduto e corretto in senso migliorativo (e ancora tanta strada resta da compiere…). In particolare, non si sarebbe mai ottenuta e quindi ribadita l’assenza di qualsiasi obbligo di conferimento dei reflui zootecnici agli impianti di Bettona e Marsciano, la cui crisi è sotto gli occhi di tutti e necessita non di politiche tampone puramente emendative quali quelle che sembra proporre Dottorini (noi ci riserveremo di valutarle con atteggiamento aperto e costruttivo, da forza libera e responsabile quale siamo), ma di politiche strutturali che prendano in considerazione, ad esempio, impianti al plasma, modulari, o impianti autogestiti in grado comunque di risolvere la problematica dei reflui zootecnici, sgombrando il campo da ogni impostazione demagogica ma anche da ogni intento costruire megaimpianti inefficienti e costosi. Ciò non significa che il Piano rappresenti il migliore dei mondi possibili, tutt’altro: anzi, pensiamo che il processo stesso di fertirrigazione vada rimesso in discussione, una volta trovata l’alternativa più efficace e compatibile con gli interessi di una agricoltura di qualità (e qui entra in gioco il discorso economico), fondata sulla qualità dei capi allevati e sulla formazione di una filiera economica completa, piuttosto che sulla quantità e sullo schema della soccida. Condividi