Manlio Mariotti, segretario Cgil Umbria - Bene la conferenza regionale dell’economia e del lavoro. Un plauso va al presidente Fabrizio Bracco che l’ha organizzata dopo quattro anni dalla sua istituzione: un ritardo inspiegabile che non deve ripetersi, perché un’operazione verità serve, soprattutto nei momenti di crisi. Dobbiamo guardare al futuro, nella convinzione che molte cose in Umbria sono state fatte più che bene nel passato, dalla sanità, alla leva fiscale, alla valorizzazione del capitale umano. Ora però l’Umbria non può correre il rischio di seguire passivamente il declino dell’Italia. Occorre distinguersi: fare meglio degli altri non basta più e non possiamo limitarci ad esistere. Serve un progetto per il futuro: più che cercare di indagare su di noi servirebbe farci osservare dall’esterno. Spesso, invece, prevale il conservare, anche in chi è convinto di innovare. Il Patto vive se dà risultati, se ha un senso. Questa è la concertazione: se questo non si capisce è lo strumento che viene messo in discussione. Un tavolo, un luogo di incontro, non possono essere intesi come un ‘tana libera tutti’. A fronte di una crisi che si allunga non bastano gli ammortizzatori sociali se questi vengono intesi come resistenza passiva. Proviamo ad immaginare cosa succederebbe se gli ammortizzatori finissero e la crisi dovesse continuare. E’ bene sottolineare che anche gli enti locali sono alla paralisi, altro che federalismo ed autonomia. Il vero problema è, quindi, mettere in sicurezza il Paese, altrimenti non si riparte, ed iniziare un percorso di riforme interne all’Umbria, a cominciare dalla stessa sanità che a nostro avviso richiede un riassetto organizzativo. Condividi