Il consigliere ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Cdl per l’Umbria), componente della’Ufficio di presidenza, nel suo turno di presidenza della sessione, ha voluto ricordare la volontà dei legislatori che vollero prevedere nel nuovo Statuto (nel 2005) la Conferenz regionale dell’economia e del lavoro, “come organismo consultivo che completasse il sistema della concertazione istituzionale della Regione, attraverso uno strumento che, realizzasse la possibilità per tutti i oggetti sociali ed economici di far scaturire una visione d’insieme delle problematiche umbre, frutto di una libera concertazione” MARIA RITA LORENZETTI Bene l’iniziativa del Consiglio regionale che offre un’occasione di livello istituzionale per fare il punto sul posizionamento dell’Umbria in una fase di crisi come quella attuale. Rappresenta una ulteriore opportunità che si aggiunge a quella dell’Esecutivo regionale attuata attraverso Il Patto per lo sviluppo e l’innovazione, uno strumento che supera una visione frammentaria, corporativa o semplicemente consultiva per realizzare, in una visione condivisa dell’Umbria, un quadro strategico che renda più efficaci le politiche integrate di sviluppo. La crisi che stiamo attraversando, non è un ‘temporale passeggero’, ha un carattere invece strutturale. E come un terremoto necessita di un’azione di ricostruzione, per dar vita non a ciò che era ma attuando progettualità con una visione nuova. Puntando su innovazione, ricerca e sviluppo, realizzazione di efficaci reti di imprese piccole medie, e di un terziario efficiente funzionale agli obiettivi di sviluppo delle imprese. I dati relativi al mercato del lavoro in Umbria, positivi fino allo scorso anno anche nel confronto nazionale, ma caratterizzato dalla grande incidenza del lavoro a tempo determinato e a bassi livelli di qualificazione, ci fa capire che c’è bisogno non di ‘nuovo lavoro’, ma di ‘lavoro nuovo’. Occorre cioè puntare, attraverso l’innovazione e un sistema di rete di imprese e territorio ad elevare la produttività e il vantaggio competitivo, un fattore quest’ultimo che oltre che ad essere valorizzato all’interno del nostro sistema, occorre anche costruire realizzando sinergie con le regioni vicine, quell’Italia mediana con cui diventa sempre più strategico costruire progetti concreti e integrati che nascano dai territori. Confortati dai dati relativi alla qualità sociale dell’Umbria, non possiamo permetterci di dormire sugli allori, ma dobbiamo continuare ad attuare con politiche efficaci. Come abbiamo fatto finora, risultando ormai la regione che spende di più per il welfare, e individuando nuovi obiettivi: quello delle problematiche giovanili e adolescenziali è uno di questi per contribuire ad ‘assicurare il futuro all’Umbria’ puntando sulle giovani generazioni, sulle loro competenze e sui loro meriti. Quanto abbiamo fatto finora attraverso il Patto per lo sviluppo, ha permesso di rafforzare il tessuto economico regionale mantenendo una buona qualità sociale, c’è qualcosa da ridefinire e rivedere, attraverso un approfondito monitoraggio e verifica, per riaggiustare il tiro e rendere ancora più efficaci quelle azioni che dobbiamo sempre più orientare verso l’innovazione, la ricerca, la qualificazione complessiva, l’efficienza e l’integrazione del nostro sistema regionale. Anche per il 2010 riproponiamo le misure anticrisi già avviate che prevedono sostegno alle imprese attraverso i contratti di solidarietà, i fondi di garanzia per le piccole e medie imprese, il rafforzamento dei confidi, e il sostegno alle famiglie”. Condividi