Gianluca Graciolini
Il Sindaco di Gualdo Tadino Roberto Morroni esce finalmente allo scoperto sulla vicenda Merloni e lamenta una vera e propria campagna di disinformazione nei suoi confronti: tale e quale il suo omologo nazionale che non ammette critiche neanche di fronte all'evidenza dei fatti, pochi, e delle parole, molte e in libertà. E risponde con la solita piagnona tiritera che c'è un complotto nei suoi confronti perpetrato dai soliti comunisti. Invero, la sua assenza ad ogni mobilitazione operaia e sindacale e il suo silenzio assordante sulla vicenda nei primi quattro mesi del suo mandato che coincidono con il tornante cruciale della vertenza è un fatto evidente. E' stato un fatto evidente anche l'aver negato al Consiglio comunale di Gualdo Tadino di discutere un ordine del giorno di Rifondazione Comunista il giorno dopo dell'incontro al ministero, ordine del giorno riproposto tale e quale al consiglio regionale e votato all'unanimità. Le parole pronunciate da Morroni al consiglio provinciale aperto di Nocera Umbra ed anticipate anche nell'ultimo consiglio comunale come semplici comunicazioni del sindaco senza possibilità di replica alcuna, non sono un'invenzione ma le hanno ascoltate i circa trecento e passa convenuti, rappresentanti delle Istituzioni e delle forze sociali, diversi cittadini e molti operai. Se c'era bisogno in questa vertenza di coesione territoriale su una piattaforma di rivendicazione che ponesse al centro la difesa dello stabilimento di Gaifana, la salvaguardia dei posti di lavoro, la proroga degli ammortizzatori sociali e l'intervento diretto del governo nazionale tale da garantire a questo territorio strumenti e risorse per risollevarsi dalla crisi dell'intero suo reticolo produttivo, egli ha preferito spezzare questa coesione, raffreddare le pressioni sul governo, riproporre la metafisica economica liberista secondo cui il mercato, da solo, pone le sfide della modernità, secondo cui la crisi è un'opportunità, secondo cui gli operai si reinventino il loro posto di lavoro e la loro ricollocazione nella società, secondo cui i lavoratori non pensino ad aiuti piovuti dal cielo, dal governo cioè, e men che meno ad ogni forma di assistenza e, da ultimo, secondo cui i sindacati sono un antiquato arnese e le mobilitazioni operaie fanno parte del passato quando non sono dannose. Ci chiediamo allora perchè ora chiede conforto agli stessi sindacati e si raccomanda a loro per non far passare tra gli operai la campagna di disinformazione allestita ad arte dalle fazioni irresponsabili e non unitarie. Non dubitiamo che la dirigenza della FIM CISL glielo dia questo conforto: d'altronde è la stessa dirigenza che ha delle responsabilità gigantesche nell'aver sempre sottovalutato e negato le problematiche di crisi di questa azienda finanche di fronte alle evidenti criticità del piano industriale del 2005. Ed è anche la stessa dirigenza che ha sempre avallato le scelte organizzative dell'azienda su modalità, tempi e condizioni del lavoro nelle catene di montaggio, scelte non sempre e propriamente favorevoli ad una buona "relazione e ad una dignitosa condizione" delle maestranze nei siti produttivi, come lo stesso Morroni ha detto a Nocera Umbra. Se c'è qualcuno che ha rotto l'unità delle istituzioni territoriali e delle forze sociali sulla vertenza Merloni, questo è proprio il Sindaco di Gualdo. Se, infine, le nostre sollecitazioni e la nostra campagna di mobilitazione territoriale per far sì che la Merloni e la crisi dell'intero nostro territorio possano diventare la prima delle preoccupazioni della politica, delle istituzioni e della società civile, hanno finalmente sortito l'effetto di svegliare il Sindaco di Gualdo dalle culle e dalla metafisica degli allori liberisti, allora abbiamo centrato l'obiettivo e fatto la nostra parte di opposizione seria e responsabile e abbiamo consentito allo stesso di chiarire una volta per tutte il suo pensiero su questa vicenda. Ma questo non basta: continuiamo a sostenere che da subito il governo Berlusconi e della Lega batta un colpo e assegni a questo territorio strumenti e risorse per risollevarsi dalla crisi: continuiamo a dire Zona Franca. Poi possono anche venire le riproposizioni molto stantie di improbabili Patti sociali con soggetti, Banche, Università e Associazioni di categoria, che finora hanno dimostrato assenza totale nella considerazione di questo territorio. Le Banche, dopo essere state salvate da Tremonti, continuano imperterriti nei loro affari finanziari e nelle strette creditizie a piccole e medie imprese, l'Università, con il buco di bilancio che si ritrova e con i tagli del governo, avrà altro a cui pensare, l'Associazione degli Industriali (Confindustria dell'Umbria) è stata fin qui, nonostante sempre invitata, del tutto e irriguardosamente assente in tutte le iniziative unitarie del territorio sulla vicenda Merloni.
Gianluca Graciolini
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