ASSISI - "Riteniamo opportuno riprendere la questione del Centro studi sul turismo di Assisi. Il nostro Circolo ha sempre sostenuto le rivendicazioni dei lavoratori del Centro Studi in passato, ed oggi torniamo a parlarne anche in relazione al giusto allarme lanciato dai Sindacati che non può non creare in noi che una viva preoccupazione". Ad assumere questa posizione è il Circolo "Peppino Impastato" del Prc di Assisi, che in un sua nota così prosegue: "Per quanto ci riguarda siamo come sempre a favore di chi lavora e di chi ha contribuito a dare lustro alla Facoltà di Economia del Turismo. Siamo disponibili a dare una mano in ogni modo a queste persone che vivono un profondo momento di difficoltà. C'è una strategia per portare la Facoltà di Economia del Turismo da altre parti? Per noi sarebbe una scelta senza senso. Assisi è la città del turismo per antonomasia (nonostante le politiche fallimentari di questi anni dell’amministrazione comunale). Il Cst e la Facoltà di Economia del Turismo sono ormai connaturati con la cultura della Città di Assisi. L’atteggiamento dell'Università di Perugia sta di fatto strozzando la struttura: negli ultimi tre anni l’emolumento pattuito è andato calando da 500.000 a 350.000 agli zero euro di quest'anno. Chi ci rimetterà se non i livelli occupazionali dei 18 dipendenti del Cst? Il non finanziamento da parte dell’Università di Perugia non può ricadere sulle spalle dei lavoratori del Centro Studi che hanno contribuito a far divenire la Facoltà di Economia del Turismo un riconosciuto polo d'eccellenza nazionale in campo turistico ed è ingiusto ed eticamente immorale che per altre strategie e per altri interessi, si voglia affossare lo stesso Centro Studi a favore evidentemente di altre facoltà, con lo sviluppo delle quali personaggi che si affacciano ambiziosamente alla politica possano trovare un punto di visibilità. I lavoratori denunciano l’abbandono anche a livello personale da parte dell'Università di Perugia, che da mesi diserta le riunioni del Consiglio di Amministrazione. La Facoltà di Economia del Turismo ha avuto 90 nuovi iscritti al primo anno ed ha un totale di circa 400 iscritti, quasi tutti fuori sede. Perché non si decide, ad esempio, di destinare il 20% delle quote che gli studenti pagano per risanare la situazione economica? La facoltà di Economia del Turismo di Assisi deve il suo successo al costante passaparola che gli studenti ormai laureati fanno con i propri amici e conoscenti. Molti ragazzi si sono iscritti alla facoltà dopo le rassicurazioni avute da chi li ha preceduti, anche e soprattutto, sulle capacità del personale del Cst che hanno dato un valore aggiunto indiscusso alla Facoltà. Nessuno può sminuire il loro ruolo e la loro importanza classificandoli come semplici operatori del turismo; nessuno, almeno che non voglia sminuirli solo per giustificare o minacciare di spostare la Facoltà stessa. Non si capisce come mai si voglia abbandonare una struttura la cui utilità è palese anche perché se esiste la Facoltà di Economia è perché i presupposti sono stati messi in campo dal Cst. Questa situazione avrà forti ricadute economiche anche sull’indotto assisano che da sempre ruota intorno ad una facoltà importante come questa. Ognuno si prenda le sue responsabilità e si ponga con lo spirito di sistemare le cose, sia dal punto di vista dei livelli occupazionali, sia per un armonico sviluppo delle competenze in un campo così vitale dell’economia come lo è il turismo. Ne va dell’interesse generale di Assisi. Visitate rifondazionecomunistaassisi.blogspot.com Condividi