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Che cosa succede intorno alla società Perugia Calcio Spa nel mese di luglio 2009? Uno dei mesi più tribolati, troppi, visti dai tifosi perugini nel corso degli ultimi anni? Luglio è il mese dell’F24, cioè del modello più utilizzato per il pagamento delle imposte, il cui mancato versamento costò quasi l’iscrizione al campionato di quest’anno. “Quilli pensono – era la battuta che girava dalle parti dello stadio – che l’F24 è ‘n caccia bombardiere”. Il tutto si risolse il 10 luglio con un maxi-assegno da 750mila euro con il quale la società saldò le pendenze relative alle mancate quietanze relative ai pagamenti delle ritenute Irpef e dei contributi Enpals. A giocare un ruolo di primo piano in tutta la vicenda fu anche il sindaco di Perugia Boccali che si spese fino all'ultimo per l'happy-end. Intorno ai quei giorni, per la precisione tra il 14 e il 21 luglio (come testimonia la visura camerale che Umbrialeft ha spulciato riga per riga), succedono alcune cose sulle quali qualche risposta alla città, a partire dal cittadino-tifoso fino alla politica, va data. In pratica succede che dal 21 luglio la Mas Spa (cioè Leonardo Covarelli) cessa di essere il socio unico del Perugia Calcio. Cessa cioè di essere il proprietario. Socio unico che diventa un tal Ezio Barbieri, ossia il ‘patron’ della Ge.Se Gestioni e Servizi Srl. Per la cronaca, una società con un capitale sociale di 10mila euro, di cui solo 3mila versati, e che si occupa principalmente di compravendita di beni immobili. Covarelli ora è l’amministratore unico della società. Di tutto questo non si sapeva un bel nulla. Stamattina sulla stampa locale Covarelli commenta come se niente fosse: “Qui si cerca di andare oltre il calcio. Un imprenditore, sino a prova contraria, agisce come gli pare. Comunque ci tengo a precisare che la Ge.Se è una società specifica che gestisce il Perugia Calcio ed Ezio Barbieri è l’amministratore della Ge.Se, io sono il presidente e unico responsabile del Perugia”. Ecco, presidente e unico responsabile. Ma non proprietario. “Non ci vedo niente di male – aggiunge – i miei consulenti hanno ritenuto opportuno scindere la “Mas” dalla società calcistica essendo due pianeti a parte”. Visto che la Mas, come la Ge.Se, si occupa di compravendite immobiliari, e visto il futuro progetto di Cittadella dello sport da realizzare in quel di Pian di Massiano, i due pianeti non sembrano proprio a parte. Tornando alla scorsa estate, sempre in quel 21 luglio il capitale sociale del Perugia Calcio passa da un milione di euri (diviso in 40 azioni da 25mila euro cadauna) a 120mila euri (diviso in 6 azioni, 20mila cadauna). Ossia la cifra minima tramite cui è possibile costituire una spa. Per quale motivo è stata fatta la riduzione di capitale? Per perdite o per esuberanza, così come vuole il codice civile? Per quanto riguarda le responsabilità l’unico azionista, ossia Barbieri, ha una responsabilità limitata al capitale conferito e perde questo beneficio esclusivamente nelle ipotesi in cui si verifichino tre condizioni: l’insolvenza della società (che deve scaturire nel fallimento) oppure il mancato versamento di tutti i conferimenti in denaro oppure l’inosservanza degli adempimenti pubblicitari previsti dall’art. 2362. Se dovessero venir fuori grane di vario tipo cioè a rispondere sarà solo il sig. Barbieri limitatamente al capitale conferito (i famosi 10mila euri). E buonanotte ai creditori, oltre che ai suonatori. A meno che non si verifichino i casi sopracitati. Ma che storia ha la Ge.Se di Barbieri? Fino al 15 luglio 2009 si chiamava Istituto Enrico Fermi Ancona Srl ed aveva come oggetto sociale “lo studio e l’attuazione di programmi e corsi scolastici per un proficuo apprendistato e per la specializzazione dei giovani”, nonché “l’organizzazione e la gestione di scuole di ogni ordine e grado”. Dal 15 luglio, come detto, il suo core business diventa la compravendita immobiliare. Sempre dal 15 luglio, la Ge.Se. trasferisce la sua sede legale dalla ridente collina di Lacugnano (San Sisto, Perugia) a via Lima 35, all’ombra del Cupolone. Anche qui, se dovessero scoppiare grane il tribunale competente potrebbe essere Roma, allontanando così le cose da Perugia. Altro dettaglio, tra i tanti, che non lasciano propriamente tranquilli è che le quattro voci che compongono i dati sintetici di bilancio (numero di addetti, valore della produzione, fatturato e ricavi) sono come la temperatura di Bolzano: non pervenuti. Mi sa che è il caso di tornare alla Camera di Commercio a chiedere i bilanci della società proprietaria del Perugia Calcio. E a proposito dei dati sintetici di bilancio per quanto riguarda il Perugia Calcio questo è il quadro: nel 2006 ci sono 27 addetti (36 nel 2007 e 38 nel 2008), il valore della produzione ammonta a 3 milioni e 100mila euro (3 milioni e 834mila euro nel 2007 e 3 milioni e 260 mila nel 2008), il fatturato (che coincide coi ricavi) è di 629mila euro (595mila nel 2007 e 872mila nel 2008). Condividi