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GUALDO TADINO - La mostra diffusa di arte contemporanea mèa, che ha portato all’interno della splendida Rocca federiciana di Gualdo Tadino l’installazione di Alessio Biagiotti dal titolo Sinopie, è stata una concreta dimostrazione del dinamismo e della duttilità di una struttura museale vocata al trasformismo e al dialogo interculturale che apre i propri spazi museali trasformandoli in luoghi unici di incontro e contaminazione culturale, di formazione e confronto, valide opportunità per creare contesti di apprendimento dinamici e qualitativamente rimarchevoli, dei luoghi vivi, insomma, che svolgono una fondamentale funzione socio-educativa. In quest’ottica la struttura ospiterà Domenica 29 Novembre alle ore 17 nella Sala della Città l’incontro-dibattito con Alessio Biagiotti a cui parteciperanno anche i curatori della mostra Maurizio Coccia, Matilde Martinetti e Mara Predicatori, oltre all’Assessore alla Cultura del Comune di Gualdo Tadino, Sen. Sandra Monacelli. L’installazione di Alessio Biagiotti, SINOPIE, 2009 si presenta come un’interpretazione del proprio tempo, un repertorio infinito di stimoli visivi, come sottolinea uno dei curatori della mostra Dott. Maurizio Coccia. Attraverso un procedimento tipico adottato dalla Pop Art, l’opera di Biagiotti si presenta come manipolazione che conferisce legittimazione artistica. In questo caso, l'opera si basa sull’utilizzo di “profili”, immagini tratte dalla quotidianità presentate nella loro massima sintesi formale e trattate digitalmente. Interessante, in questo contesto, l’analogia visiva con le sinopie degli affreschi della sala della Rocca in cui è esposta l’installazione. Infatti, i disegni stampati su carta, si rifanno a volti e situazioni della contemporaneità, ma formalmente riprendono il tipo di delineazione, al tratto e senza profondità, tipica di quell'antica tecnica. Il fatto poi che siano sospesi mediante fili da pesca ha una duplice funzione: da una parte c'è il rimando all'acqua, intesa quale fonte di vita, ma anche fondamento di ogni “buon fresco”; dall'altra, le eteree opere contemporanee galleggiando nell'atmosfera, con la loro leggerezza cromatica e iconografica si propongono quale delicato compendio degli affreschi antichi. Non citazione, quindi, ma parafrasi. Riflessione costruttiva, infine, non passiva citazione di modelli del passato. Il Museo Civico Rocca Flea di Gualdo Tadino conferma quindi sempre di più la propria vocazione di struttura territoriale all’avanguardia nella gestione e valorizzazione dei beni storico-artistici e nell’organizzazione di eventi di rilievo dal punto di vista artistico, culturale e formativo, oltreché nella programmazione didattica. Dal 1999, quando la Rocca Flea è stata eletta a sede del Museo Civico, è diventata il simbolo di questa nuova e dinamica concezione del rapporto museo-territorio. La maestosa struttura della Rocca compare già in documenti del XII secolo: con il succedersi delle diverse dominazioni imposte alla città, vi si insediarono dapprima le milizie di Federico Barbarossa, poi quelle del papa e, nel 1208, quelle della guelfa Perugia. Federico II di Svevia, nipote del Barbarossa, la restaurò intorno al 1242 e nel 1350, quando Gualdo Tadino fu nuovamente assoggettata da Perugia, iniziò la costruzione del cassero, sul quale, infatti, insieme all´emblema cittadino, figura il grifo perugino. Nel XVI secolo divenne la residenza dei legati pontifici e gli ambienti interni furono di conseguenza adattati e decorati con affreschi. Notevoli le modifiche che si ebbero a partire dal 1888, quando la Rocca divenne carcere mandamentale. Riportata al suo precedente aspetto grazie a recenti restauri e adibita a museo, accoglie oggi nella sala al pian terreno e in due sale al primo piano, nella palazzina Del Monte, reperti archeologici che testimoniano il popolamento di Gualdo Tadino dalla preistoria all’età tardo-antica; nell´atrio e nella stanza al primo piano, è ospitata la sezione ceramica, con opere del XIX e XX secolo che rappresenta una galleria di raro pregio a testimonianza della creazione artigianale più caratteristica della città; negli ambienti soprastanti la pinacoteca che accoglie lo splendido polittico di Niccolò Alunno da Foligno (1471), le tavole di Matteo da Gualdo (1435 ca-1507), le opere di Antonio da Fabriano, del senese Sano di Pietro, di primitivi umbri, di scuola veneta del cinquecento, di Girolamo e Bernardo da Gualdo fino alle tele di Avanzino Nucci.. Condividi