PERUGIA - Rafforzare gli interventi nei confronti delle vittime dei fatti criminosi. Potenziare i servizi a sostegno dell'operatività della polizia locale. Incrementare le misure di prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di attività criminose. Rilanciare i Patti integrati di sicurezza urbana come strumento di “sicurezza partecipata. Sono queste le linee cardine dell'Atto di programmazione sulle politiche locali di sicurezza che prevede l’impiego di 500mila euro nel biennio (2009/2010), presentato ieri in Prima Commissione dall'assessore Vincenzo Riommi e approvato con 6 voti favorevoli e 1 astenuto (Andrea Lignani Marchesani, Cdl per l'Umbria–Pdl). Con gli stessi voti la Commissione ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta che individua i membri del Comitato tecnico–scientifico per la sicurezza e la vivibilità (previsto dalla legge n.13/2008”). Prima del voto Paolo Baiardini (presidente della Commissione di inchiesta sulle infiltrazioni criminali in Umbria), ha evidenziato che il reinserimento sociale dei detenuti (una delle misure previste dalla legge) rappresenta un problema di grande rilievo che deve essere affrontato con attenzione, anche per cercare di fare fronte alle carenze di personale che lo rendono assai difficoltoso. Inoltre “sarebbero auspicabili investimenti e lungo termine per progetti di educazione alla legalità rivolti agli studenti”, in favore dei quali Baiardini ha annunciato un ordine del giorno che sarà presentato in Aula. Andrea Lignani Marchesani ha motivato il voto di astensione spiegando che “si tratta di un atto tardivo rispetto alla legge, che si traduce in una contrazione effettiva degli stanziamenti a disposizione, dato che il 2009 è praticamente finito e non ci sono finanziamenti per l'anno in corso. Non ci convincono alcune ripartizioni dei fondi: il sostegno alle vittime del crimine dovrebbe poter contare su specifici fondi, mentre quelli previsti da questo atto dovrebbero andare solo alle altre misure per la sicurezza”. Il documento, la cui presentazione da parte dell'esecutivo è stabilita dalla legge regionale “13/2008 - Disposizioni relative alla promozione del sistema integrato di sicurezza urbana ed alle politiche per garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini", contiene l'analisi sullo stato di attuazione della legge; le priorità e i criteri relativi alla realizzazione e al finanziamento delle attività e delle azioni previste dalla norma; la quota delle risorse destinate alle varie tipologie di intervento; l'indicazione circa l'utilizzazione delle risorse; gli obiettivi e le modalità per la sottoscrizione dei Patti integrati di sicurezza urbana. Gli obiettivi da perseguire nel biennio 2009 - 2010 riguardano cinque aree progettuali: realizzazione di servizi di prima assistenza e aiuto alle vittime di fatti criminosi; vigilanza sul territorio (anche attraverso la valorizzazione delle formule operative basate sull'esperienza del vigile di quartiere, quale strategia di controllo del territorio caratterizzata dalla vicinanza ai cittadini e ai loro bisogni di sicurezza); acquisizione e modernizzazione delle dotazioni tecniche e strumentali (miglioramento dell'efficienza delle sale operative della polizia locale e il loro collegamento con le sale operative delle forze di polizia e con altri organismi preposti alla tutela dei cittadini); rafforzamento dell'integrazione operativa e della condivisione dei flussi informativi tra le forze dell'ordine (per la raccolta dei dati territoriali relativi a fenomeni di criminalità diffusa, di disagio sociale, di disordine urbano e di vandalismo); rafforzamento delle azioni di inclusione e prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di attività criminose. Per migliorare la tutela della qualità urbana, della convivenza civile e sicurezza sociale si procederà con l'estensione del servizio del "vigile di quartiere"; il miglioramento dell'efficienza delle sale operative della polizia locale e il loro collegamento con le sale operative delle forze di polizia e con altri organismi preposti alla tutela dei cittadini; la condivisione dei flussi informativi tra le forze dell'ordine, per la raccolta dei dati territoriali relativi a fenomeni di criminalità diffusa, di disagio sociale, di disordine urbano e di vandalismo. Nelle aree e verso i soggetti a rischio di attività criminose, ci saranno interventi in quei contesti dove già esiste un problema di disagio conclamato o in quelle zone percepite come insicure, attraverso azioni di prevenzione mirata, coordinate con i programmi di intervento sociale e assistenziale generali i cui destinatari spesso non sono precisamente individuati e neppure spesso individualizzabili. Il Bilancio 2009/2010 della Regione stanzia per gli "Interventi in favore della sicurezza dei cittadini” 500 mila euro, che verranno ripartiti in 3 ambiti: il 20 per cento in favore delle vittime di reati, il 70 per cento per finanziare le azioni previste dalla legge (inclusione sociale, riqualificazione urbanistica; vigilanza del territorio; miglioramento dell’efficienza delle sale operative della polizia locale; corsi formativi e di aggiornamento per gli addetti alla sicurezza; integrazione operativa e della condivisone dei flussi informativi tra Forze dell’ordine; azioni mirate ad affrontare l’emergenza droga; educazione alla cultura della legalità; politiche di sicurezza di genere, di tutela dell’infanzia e degli anziani; integrazione con le politiche per il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale; attività di reinserimento sociale dei detenuti; attività di prevenzione e di mediazione dei conflitti sociali e culturali; prevenzione e la riduzione dei danni derivanti da atti vandalici; informazione e formazione per le comunità immigrate), il restante 10 per cento per approfondimenti conoscitivi circa i fenomeni di illegalità e criminalità e la loro incidenza nella vita sociale e produttiva della regione. Oltre a quanto previsto dal documento di programmazione, la Regione Umbria provvede all'attuazione degli obiettivi della legge sulla sicurezza con contributi a favore degli esercizi commerciali fino ad un massimo di 60 mila euro per spese riferite a sistemi anti intrusione, vetri antisfondamento e sorveglianza esterna, con preferenza di quelli ubicati nei centri urbani. Inoltre la Regione partecipa e finanzia la "Fondazione Umbria contro l'usura" che prevede assistenza anche legale, alle vittime dell'usura, e stanzia annualmente risorse in favore degli enti locali per i Piani urbani complessi e ai contratti di quartiere. I Patti integrati di sicurezza urbana vengono individuati quali strumenti privilegiati in grado di definire una strategia condivisa di azioni integrate e coerenti su parti circoscritte ed omogenee di territorio, al fine di contrastare più efficacemente la criminalità, di aumentare la coesione del tessuto urbano, di prevenire i fenomeni di degrado ambientale e di disagio sociale. Per promuovere la "sicurezza partecipata", quale modello condiviso di tutela della vita civile e risposta organizzata all'insicurezza, nonché promuovere politiche concertate ed integrate per il miglioramento della sicurezza urbana, concorrono a definire il Patto gli enti locali territorialmente interessati nelle loro varie articolazioni; le forze dell'ordine; il Terzo settore; i rappresentanti delle formazioni sociali ed economiche del territorio; le associazioni di cittadini. Il Patto deve contenere l'analisi dei problemi di sicurezza presenti sul territorio, la mappatura delle zone maggiormente a rischio con l'indicazione delle specifiche criticità, le priorità che si intendono affrontare sul territorio e le azioni per affrontare le priorità individuate. Il finanziamento regionale, nel biennio 2009/2010, sarà destinato alla progettualità dei Comuni, finanziando prioritariamente i progetti con interventi che ricadono nelle cinque aree progettuali di intervento prioritario, individuate nell'atto di programmazione, e ai Comuni che hanno adottato i Patti integrati di sicurezza urbana. Potranno presentare richieste di finanziamento i Comuni, singoli o associati. I progetti, della durata massima di 12 mesi, dovranno indicare: le priorità da affrontare, la tipologia degli interventi, le azioni da intraprendere, la tipologia dei destinatari, le metodologie da adottare, gli obiettivi da raggiungere, il piano finanziario, i tempi di attuazione di ogni singola azione, gli strumenti di valutazione ex-ante, in itinere ed ex-post del progetto. Il contributo regionale potrà coprire fino al 50 per cento del costo complessivo del progetto e comunque vengono fissati tetti massimi sulla base dei seguenti criteri: per i Comuni con popolazione superiore a 90mila abitanti è previsto un contributo non superiore a 80mila euro; per i Comuni con popolazione compresa tra 90mila e 30mila abitanti è previsto un contributo non superiore a cinquantamila euro; per i Comuni, singoli o associati, con popolazione inferiore a 30mila abitanti è previsto un contributo non superiore a 20mila euro; in presenza di associazioni di Comuni viene presa in considerazione la opolazione del Comune capofila, se superiore a 30mila abitanti; le associazioni di piccoli Comuni rientrano nel contributo previsto per la soglia di popolazione inferiore a 30 mila abitanti; in presenza di Unioni di Comuni viene presa in considerazione la popolazione complessiva dell'Unione. Il contributo regionale può cumularsi con altri contributi accordati all'ente locale dallo Stato, dalla Unione europea e da altri soggetti pubblici e privati. Sicurezza/ Approvato in Prima commissione l'atto di programmazione per le politiche locali 2009-2010: 5 obiettivi e 500 mila euro di finanziamenti PERUGIA - Rafforzare gli interventi nei confronti delle vittime dei fatti criminosi. Potenziare i servizi a sostegno dell'operatività della polizia locale. Incrementare le misure di prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di attività criminose. Rilanciare i Patti integrati di sicurezza urbana come strumento di “sicurezza partecipata. Sono queste le linee cardine dell'Atto di programmazione sulle politiche locali di sicurezza che prevede l’impiego di 500mila euro nel biennio (2009/2010), presentato ieri in Prima Commissione dall'assessore Vincenzo Riommi e approvato con 6 voti favorevoli e 1 astenuto (Andrea Lignani Marchesani, Cdl per l'Umbria–Pdl). Con gli stessi voti la Commissione ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta che individua i membri del Comitato tecnico–scientifico per la sicurezza e la vivibilità (previsto dalla legge n.13/2008”). Prima del voto Paolo Baiardini (presidente della Commissione di inchiesta sulle infiltrazioni criminali in Umbria), ha evidenziato che il reinserimento sociale dei detenuti (una delle misure previste dalla legge) rappresenta un problema di grande rilievo che deve essere affrontato con attenzione, anche per cercare di fare fronte alle carenze di personale che lo rendono assai difficoltoso. Inoltre “sarebbero auspicabili investimenti e lungo termine per progetti di educazione alla legalità rivolti agli studenti”, in favore dei quali Baiardini ha annunciato un ordine del giorno che sarà presentato in Aula. Andrea Lignani Marchesani ha motivato il voto di astensione spiegando che “si tratta di un atto tardivo rispetto alla legge, che si traduce in una contrazione effettiva degli stanziamenti a disposizione, dato che il 2009 è praticamente finito e non ci sono finanziamenti per l'anno in corso. Non ci convincono alcune ripartizioni dei fondi: il sostegno alle vittime del crimine dovrebbe poter contare su specifici fondi, mentre quelli previsti da questo atto dovrebbero andare solo alle altre misure per la sicurezza”. Il documento, la cui presentazione da parte dell'esecutivo è stabilita dalla legge regionale “13/2008 - Disposizioni relative alla promozione del sistema integrato di sicurezza urbana ed alle politiche per garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini", contiene l'analisi sullo stato di attuazione della legge; le priorità e i criteri relativi alla realizzazione e al finanziamento delle attività e delle azioni previste dalla norma; la quota delle risorse destinate alle varie tipologie di intervento; l'indicazione circa l'utilizzazione delle risorse; gli obiettivi e le modalità per la sottoscrizione dei Patti integrati di sicurezza urbana. Gli obiettivi da perseguire nel biennio 2009 - 2010 riguardano cinque aree progettuali: realizzazione di servizi di prima assistenza e aiuto alle vittime di fatti criminosi; vigilanza sul territorio (anche attraverso la valorizzazione delle formule operative basate sull'esperienza del vigile di quartiere, quale strategia di controllo del territorio caratterizzata dalla vicinanza ai cittadini e ai loro bisogni di sicurezza); acquisizione e modernizzazione delle dotazioni tecniche e strumentali (miglioramento dell'efficienza delle sale operative della polizia locale e il loro collegamento con le sale operative delle forze di polizia e con altri organismi preposti alla tutela dei cittadini); rafforzamento dell'integrazione operativa e della condivisione dei flussi informativi tra le forze dell'ordine (per la raccolta dei dati territoriali relativi a fenomeni di criminalità diffusa, di disagio sociale, di disordine urbano e di vandalismo); rafforzamento delle azioni di inclusione e prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di attività criminose. Per migliorare la tutela della qualità urbana, della convivenza civile e sicurezza sociale si procederà con l'estensione del servizio del "vigile di quartiere"; il miglioramento dell'efficienza delle sale operative della polizia locale e il loro collegamento con le sale operative delle forze di polizia e con altri organismi preposti alla tutela dei cittadini; la condivisione dei flussi informativi tra le forze dell'ordine, per la raccolta dei dati territoriali relativi a fenomeni di criminalità diffusa, di disagio sociale, di disordine urbano e di vandalismo. Nelle aree e verso i soggetti a rischio di attività criminose, ci saranno interventi in quei contesti dove già esiste un problema di disagio conclamato o in quelle zone percepite come insicure, attraverso azioni di prevenzione mirata, coordinate con i programmi di intervento sociale e assistenziale generali i cui destinatari spesso non sono precisamente individuati e neppure spesso individualizzabili. Il Bilancio 2009/2010 della Regione stanzia per gli "Interventi in favore della sicurezza dei cittadini” 500 mila euro, che verranno ripartiti in 3 ambiti: il 20 per cento in favore delle vittime di reati, il 70 per cento per finanziare le azioni previste dalla legge (inclusione sociale, riqualificazione urbanistica; vigilanza del territorio; miglioramento dell’efficienza delle sale operative della polizia locale; corsi formativi e di aggiornamento per gli addetti alla sicurezza; integrazione operativa e della condivisone dei flussi informativi tra Forze dell’ordine; azioni mirate ad affrontare l’emergenza droga; educazione alla cultura della legalità; politiche di sicurezza di genere, di tutela dell’infanzia e degli anziani; integrazione con le politiche per il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale; attività di reinserimento sociale dei detenuti; attività di prevenzione e di mediazione dei conflitti sociali e culturali; prevenzione e la riduzione dei danni derivanti da atti vandalici; informazione e formazione per le comunità immigrate), il restante 10 per cento per approfondimenti conoscitivi circa i fenomeni di illegalità e criminalità e la loro incidenza nella vita sociale e produttiva della regione. Oltre a quanto previsto dal documento di programmazione, la Regione Umbria provvede all'attuazione degli obiettivi della legge sulla sicurezza con contributi a favore degli esercizi commerciali fino ad un massimo di 60 mila euro per spese riferite a sistemi anti intrusione, vetri antisfondamento e sorveglianza esterna, con preferenza di quelli ubicati nei centri urbani. Inoltre la Regione partecipa e finanzia la "Fondazione Umbria contro l'usura" che prevede assistenza anche legale, alle vittime dell'usura, e stanzia annualmente risorse in favore degli enti locali per i Piani urbani complessi e ai contratti di quartiere. I Patti integrati di sicurezza urbana vengono individuati quali strumenti privilegiati in grado di definire una strategia condivisa di azioni integrate e coerenti su parti circoscritte ed omogenee di territorio, al fine di contrastare più efficacemente la criminalità, di aumentare la coesione del tessuto urbano, di prevenire i fenomeni di degrado ambientale e di disagio sociale. Per promuovere la "sicurezza partecipata", quale modello condiviso di tutela della vita civile e risposta organizzata all'insicurezza, nonché promuovere politiche concertate ed integrate per il miglioramento della sicurezza urbana, concorrono a definire il Patto gli enti locali territorialmente interessati nelle loro varie articolazioni; le forze dell'ordine; il Terzo settore; i rappresentanti delle formazioni sociali ed economiche del territorio; le associazioni di cittadini. Il Patto deve contenere l'analisi dei problemi di sicurezza presenti sul territorio, la mappatura delle zone maggiormente a rischio con l'indicazione delle specifiche criticità, le priorità che si intendono affrontare sul territorio e le azioni per affrontare le priorità individuate. Il finanziamento regionale, nel biennio 2009/2010, sarà destinato alla progettualità dei Comuni, finanziando prioritariamente i progetti con interventi che ricadono nelle cinque aree progettuali di intervento prioritario, individuate nell'atto di programmazione, e ai Comuni che hanno adottato i Patti integrati di sicurezza urbana. Potranno presentare richieste di finanziamento i Comuni, singoli o associati. I progetti, della durata massima di 12 mesi, dovranno indicare: le priorità da affrontare, la tipologia degli interventi, le azioni da intraprendere, la tipologia dei destinatari, le metodologie da adottare, gli obiettivi da raggiungere, il piano finanziario, i tempi di attuazione di ogni singola azione, gli strumenti di valutazione ex-ante, in itinere ed ex-post del progetto. Il contributo regionale potrà coprire fino al 50 per cento del costo complessivo del progetto e comunque vengono fissati tetti massimi sulla base dei seguenti criteri: per i Comuni con popolazione superiore a 90mila abitanti è previsto un contributo non superiore a 80mila euro; per i Comuni con popolazione compresa tra 90mila e 30mila abitanti è previsto un contributo non superiore a cinquantamila euro; per i Comuni, singoli o associati, con popolazione inferiore a 30mila abitanti è previsto un contributo non superiore a 20mila euro; in presenza di associazioni di Comuni viene presa in considerazione la opolazione del Comune capofila, se superiore a 30mila abitanti; le associazioni di piccoli Comuni rientrano nel contributo previsto per la soglia di popolazione inferiore a 30 mila abitanti; in presenza di Unioni di Comuni viene presa in considerazione la popolazione complessiva dell'Unione. Il contributo regionale può cumularsi con altri contributi accordati all'ente locale dallo Stato, dalla Unione europea e da altri soggetti pubblici e privati. Condividi