di
Anna Maria Bruni
Grande successo per lo sciopero di 2 ore indetto dalla Fiom nazionale in tutti gli stabilimenti ThyssenKrupp, in solidarietà con la sede di Brescia dove la multinazionale ha già avviato la procedura di licenziamento per 55 lavoratori su 204. “A Visano di Brescia – si legge nella nota stampa diffusa oggi dalla Fiom - i lavoratori sono in sciopero a oltranza dal 26 di ottobre e sono decisi a respingere questo attacco all’occupazione che oltre ad essere inaccettabile in sé può preannunciare un progressivo disimpegno della ThyssenKrupp dallo stabilimento”.
Lo sciopero ha coinvolto tutti i 6mila dipendenti italiani della ThyssenKrupp dislocati in particolare a Terni, Ferrara, in Lombardia e in Toscana.
Gli impianti del sito industriale di Terni sono stati completamente fermati mentre i lavoratori in sciopero hanno presidiato il tendone dove si svolgeva l'iniziativa di Confindustria “scandendo cori e lanciano banconote – continua la nota - da 28 euro (a tanto ammonta l'aumento previsto dall'accordo separato) preparate per l'occasione dalla Fiom”.
In questi giorni “i lavoratori – fa sapere la Fiom nazionale - hanno dovuto respingere provocazioni da parte di piccoli gruppi di persone mobilitate dalla direzione aziendale”. Ma la lotta va avanti con “l’assoluta adesione della stragrande maggioranza dei lavoratori e con la solidarietà della popolazione”.
Solidarietà che si è manifestata anche a Terni, dove altri 500 lavoratori e cittadini hanno partecipato al presidio dei lavoratori Thyssen per l'intero pomeriggio.
"Stabilimento fermo e una partecipazione di grande rilievo da parte dei lavoratori: quella di oggi è un'ulteriore testimonianza di quanto le ragioni della Fiom siano condivise e appoggiate dai lavoratori", ha detto il segretario generale della Fiom di Terni Attilio Romanelli.
La Fiom nazionale rileva però che le provocazioni avvenute nello stabilimento di Brescia sono indice del fatto che la Direzione del Gruppo non ha ancora accettato di aprire la trattativa ed escludere i licenziamenti. La risposta a questo atteggiamento, dicono, è lo sciopero di oggi e l’altissima adesione da tutti gli stabilimenti del gruppo.
“Alla Rothe-Erde di Visano, Brescia – fa sapere l’Rsu dello stabilimento – la multinazionale ha mandato le lettere di licenziamento addirittura prima della scadenza della Cassa integrazione ordinaria”. “I licenziamenti sono inaccettabili – precisano – anche perché rischiano di essere un pericoloso precedente per tutti gli stabilimenti Thyssen”. I lavoratori chiedono il ritiro dei licenziamenti e il rispetto degli impegni presi dall’azienda sui 36 mesi di Cigs, un incontro immediato a tutti i livelli istituzionali per la verifica degli accordi sottoscritti sulla tutela dei lavoratori per il prossimo triennio, e l’incontro con l’amministratore delegato della Berco, dove si parla già di esternalizzazione per il segmento technologies.
La Fiom nazionale, inoltre, “chiede alla ThyssenKrupp di rivedere le proprie decisioni anche perché gli stabilimenti italiani, da Torino a Terni, hanno già pagato prezzi altissimi e drammatici per le ristrutturazioni aziendali”. “Tutte le Istituzioni e il Governo – conclude la nota - debbono fare pressione sulla multinazionale tedesca perché ThyssenKrupp Italia abbandoni la linea dei licenziamenti e della chiusura degli stabilimenti”.
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