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TERNI - Presidio questa sera nel piazzale interno delle Acciaierie di Terni di un gruppo di operai e sindacalisti della Fiom Cgil, in occasione dell'assemblea annuale della locale Associazione degli industriali che si tiene all'interno dello stabilimento. All'assemblea era attesa la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che invece non è potuta essere presente per altri impegni. I manifestanti, muniti di fumogeni, bandiere della Fiom Cgil e fischietti, hanno gridato slogan del tipo: ''il contratto non si tocca lo difenderemo con la lotta'', ''a lavorare...andate a lavorare''. All'esterno dello stabilimento hanno inoltre esposto un manifesto con la scritta ''contro i licenziamenti, per il contratto, contro gli accordi separati, per la democrazia''. All'interno, invece era in corso l'assemblea di Confindustria che ha visto la partecipazione, fra gli altri, del viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, secondo il quale misure di rilancio dell'economia saranno possibili già nei prossimi mesi. Chiamato poi dai giornalisti a commentare la linea di rigore del ministro Tremonti, Urso ha così risposto: ''Certamente noi abbiamo il dovere di essere molto rigorosi con i conti pubblici e nel contempo di predisporre le misure per il rilancio e quindi per le riforme. L'una e l'altra cosa vanno fatte insieme''. ''E ha pienamente ragione il ministro Tremonti - ha continuato - nel ribadire il rigore cosi' come credo che bisogna cercare di utilizzare al meglio le risorse disponibili per lo sviluppo e quindi per le imprese e il lavoro a partire da quelle che saranno ricavate dalla lotta all'evasione fiscale e certamente anche dal rientro dei capitali e quindi dallo scudo fiscale''. ''Io credo - ha concluso - che siamo nelle condizioni di cominciare a predisporre le misure gia' nei prossimi mesi, nel 2010''. Il viceministro ha anche parlato della Fiat e più precisamente della vicenda dello stabilimento di Termini Imerese, affermando che l'azienda dovrebbe mantenere gli impegni presi con i sindacati e con il governo "e quindi lo stabilimento di Termini Imerese non deve essere chiuso". ''C'e' un impegno chiaro della Fiat - ha aggiunto - con le organizzazioni sindacali e con il governo a mantenere i siti industriali nel nostro paese ed anche per questo ha ricevuto incentivi che hanno avuto successo''. ''E quindi - ha continuato Urso - e' giusto chiedere alla Fiat di mantenere questi impegni proprio nel momento stesso in cui lei ci chiede di prorogare gli incentivi''. Tornando alla crisi, Urso ha infine sostenuto che l'Italia, con il suo sistema industriale, puo' non solo resistere, ma trainare la ripresa economica in Europa e, rivolgendosi anche al gruppo di operai che manifestavano nel piazzale esterno ha affermatoche ''Il polo industriale di Terni si basa su un'impresa energivora che realizza prodotti ai quali noi non vogliamo rinunciare. Crediamo infatti che l'Italia abbia resistito meglio di altri paesi dell'Unione Europea alla recessione economica mondiale proprio perche' ha mantenuto un suo assetto industriale, manifatturiero che ci ha reso piu' forti nel momento di crisi''. ''Ora - ha continuato - bisogna attrezzare questi asset industriali ad agganciare e trainare la ripresa economica non soltanto nel nostro Paese ma in generale in Europa''. ''E per questo oggi siamo qui per dire - ha continuato il viceministro - non soltanto dentro la sala ma anche i manifestanti che sono fuori che noi crediamo, scommettiamo e lavoriamo affinche' il sistema industriale italiano e certamente questo polo industriale e siderurgico che e' una bandiera non di Terni ma dell'impresa italiana, possa non solo resistere ma anche trainare la ripresa''. Quanto all'assemblea di Confindustria Terni, questa ha confermato Umbro Bernardini presidente provinciale. Questi, nel corso del suo intervento ad un successivo incontro pubblico, alla presenza del viceministro Adolfo Urso, dell'amministratore delegato della Tyssenkrupp, Harald Espenhahn e della presidente della giunta regionale, Maria Rita Lorenzetti, ha fra l' altro ribadito ''l'altissimo pericolo di illegalita' nel mondo delle imprese in questo momento di crisi cosi' dura e difficile''. Secondo Bernardini, c'e' un alto rischio anche per quanto riguarda gli infortuni dei lavoratori. ''Chiedo alle imprese ed a chi le rappresenta - ha detto, fra l'altro - di tenere altissimo il livello di sorveglianza nella sicurezza dei lavoratori''. ''Tante aziende - ha aggiunto - escono da questa crisi sfinite, spesso sull'orlo del fallimento quindi dobbiamo chiederci quante delle nostre aziende possono competere se lasciate in solitudine, se non trovano sponde con chi le rappresenta''. ''E' il paese che deve fare quello scatto in avanti - ha osservato - che ancora non ha compiuto. Questo e' il momento delle scelte coraggiose. Bisogna puntare tutto sul sistema delle imprese''. ''A livello locale - ha concluso Bernardini - possiamo continuare a creare le migliori condizioni possibili per mantenere l'esistente ed attrarre nuovo sviluppo''. Condividi