PERUGIA - L’Adiconsum Umbria esprime forte preoccupazione per il processo di privatizzazione che subiranno tutti i servizi pubblici locali, in primis l’acqua, a causa del Decreto Legge n. 135/2009 art. 15. “Non sempre privato è indice di efficienza e di miglioramento del servizio, come l’acqua del sindaco non è sempre sinonimo di bassa qualità e di inefficienza”.
A prendere posizione il segretario generale regionale Adiconsum Umbria Carlo Bartalini, il quale ha sottolineato che “nel settore idrico troviamo le tariffe più varie e non sempre quelle più dispendiose sono legate ai costi di gestione, anzi rischiano di dipendere da investimenti pagati a peso d’oro. Non possiamo permettere che l’acqua diventi un bene su cui speculare”.
“Ad oggi in Umbria –ha spiegato Bartalini- occorrono investimenti per migliorare la rete e garantire un servizio di qualità ai consumatori: nella stragrande maggioranza dei comuni umbri occorre intervenire urgentemente per un risanamento complessivo della rete che registra consistenti perdite. Il bando di gara deve essere un vincolo per tutti: il Decreto Legge in questione, approvato alla Camera, non sembra oggi garantire i consumatori da comportamenti speculativi. La legge, infatti –ha spiegato il segretario- impone anche laddove c’è una gestione pubblica efficiente l’apertura anche al privato. Quest’ultimo non entra per fare gli investimenti e migliorare la rete idrica, ma partecipa solo se ha certezza di ritorno di elevati utili o tramite le tariffe o tramite i lavori di appalto. Se un’impresa pubblica è gestita in modo efficiente –secondo il nostro punto di vista- non c’è alcun bisogno di privatizzazioni. Obbligare a privatizzare –ha specificato Bartalini- anche laddove il servizio è svolto in modo efficiente è per noi una posizione inaccettabile. E’ grazie al ruolo del pubblico se le tariffe sull’acqua in Italia e, particolarmente nella nostra regione, sono rimaste contenute rispetto alle dinamiche che hanno avuto in altri Paesi europei”.
L’Adiconsum Umbria, per questo, considera fondamentale la presenza di un’Autorità nazionale per la rete idrica (a cui viene abbinata la depurazione dell’acqua) che abbia concreti poteri di sanzione sul non rispetto dei parametri di qualità e di investimento, nonché sulle tariffe. “La nostra associazione –ha concluso Bartalini- non esclude che in assenza di modifica del Testo approvato alla Camera appoggerà iniziative di referendum abrogativo”.
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