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  GUALDO TADINO - “Non consideriamo una sconfitta la sentenza del Consiglio di Stato del 29 ottobre che ha riconosciuto la legittimità dei provvedimenti autorizzatori di medie strutture rilasciati dal Comune di Gualdo Tadino in località Ponte Stazione, perché i presupposti in base ai quali la stessa sostiene che non si sta realizzando una unica struttura con le caratteristiche del centro commerciale sono sostanziali e significativi. Questi presupposti devono essere rispettati al 100%: noi vigileremo affinché si attui in tutto e per tutto quello che il Consiglio di Stato ha posto a fondamento della sua sentenza, e dunque che si faccia un passo indietro rispetto a quei tentativi di ‘aggiramento’ del concetto di strutture separate di cui abbiamo già avuto esempi in fatto di comunicazione pubblicitaria”. E’ questo il commento di Aurelio Pucci – presidente della Confcommercio di Gualdo Tadino - alla recente sentenza del Consiglio di Stato che segna un punto fermo nell’annosa vicenda del centro commerciale. “Nella sentenza – spiega Pucci - si dice che “le due strutture sono distinte e materialmente separate e prive di collegamento nonché dotate di propri servizi, destinate di autonoma e separata gestione. Lungo l’intero perimetro di ciascun edificio deve essere collocata una recinzione alta metri 2,40 che impedisce ogni accesso e comunicazione tra un complesso e l’altro; tale recinzione rende evidente anche visivamente la separazione tra i due immobili;………non devono usufruire di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente  …….devono avere una autonoma centralina elettrica,di un separato sistema di raccolta acque reflue, soprattutto di una autonoma  viabilità esterna , di ingressi separati , di distinti parcheggi privi di collegamento, ed inoltre non devono avere gallerie comuni, aree di carico comuni, magazzini, o altro in comune………”. Bene, questi elementi soddisfano l’esigenza di una effettiva separazione tra i due corpi ad uso commerciale che noi avevamo sostenuto fin dall’inizio. Il nodo vero è ora il rispetto di questi elementi di separazione, e su tale punto, come detto, vigileremo con la massima attenzione e senza fare sconti a nessuno. Non tollereremo comportamenti contraddittori rispetto a quanto disposto e saremo pronti a denunciarli”. Se la chiave di lettura della sentenza del Consiglio di Stato non è dunque del tutto negativa, non cambia peraltro – a monte – la bocciatura della scelta compiuta anni orsono dall’allora amministrazione comunale di autorizzare due nuove superfici da 2500 metri quadrati ciascuna. “Cresce la preoccupazione per gli effetti di una decisione – commenta il presidente Pucci - che non aveva nessuna ragione d’essere al momento in cui è stata compiuta e meno che mai ce l’ha ora, dato l’andamento del mercato e dell’economia. Il suo effetto sarà solo di destabilizzare ulteriormente e pesantemente il tessuto commerciale esistente, considerato tra l’altro il rapporto, ben oltre la media italiana, tra la presenza di GDO e abitanti: 300 mq ogni 1000 abitanti in provincia di Perugia, contro una media nazionale di 202!”.   Condividi