Gianluca Graciolini Gruppo consiliare Rifondazione Comunista Gualdo Tadino  Dopo le brioches degli annunci e gli svarioni su cave ed acqua, ecco servito ai gualdesi il pranzo a base di velenosissime polpette del reddito minimo per gli immigrati. Nell'attesa di leggere il testo delle linee di indirizzo proposte al prossimo consiglio comunale che permetteranno alla Giunta di poter procedere all'introduzione di un nuovo Regolamento per l'anagrafe dei cittadini stranieri e per l'accesso ai servizi pubblici locali, vogliamo da subito, in via preventiva ma se volete anche pregiudiziale, porre dei dubbi sul provvedimento di stampo leghista che la maggioranza di destra si appresta a varare. Per come esso è stato fin qui presentato, sappiamo già che sarà largamente inefficace per gli stessi obiettivi che gli estensori si pongono: quelli cioè di governare il fenomeno dell'immigrazione nella nostra città e di mandare a casa chi per l'appunto non ha un reddito minimo da dichiarare e per ciò stesso preventivamente colpevole nella diffusione della microcriminalità. A garantire ciò, come dovrebbe essere noto, c'è già una legge nazionale, tant'è che le questure non rilasciano permessi o carte di soggiorno per chi non è in possesso di quei requisiti. Nello stesso accesso ai servizi e nella loro erogazione c'è poi da sottolineare che il Comune sarà comunque tenuto per legge costituzionale ed ordinaria a provvedere all'assistenza dei minori, per quanto clandestini. E questo si sa che è il principale dei problemi che i servizi sociali si trovano a dover affrontare allorquando prendono in carico un nucleo familiare. Il provvedimento sarà altresì inefficace in quanto la crisi economica e la mancanza di lavoro che c'è a Gualdo oggi non è che sia una potente attrattiva per chi si sposta, anche clandestinamente, per lavoro; parimenti i delinquenti, almeno quelli veri, non è che siano così contenti di accedere ai servizi pubblici locali, mostrare documentazione economica e fiscale, e non ne hanno bisogno. I proventi dell'attività criminosa sono largamente sufficienti a vivere senza lavorare. Per loro ci deve essere sicura repressione. Ma ci sembra che anche su questo versante il decreto del governo sul "processo breve" vada in direzione ostinatamente contraria, mandando da una parte al macero migliaia di reati comuni ma odiosi e lo stesso lavoro di forze dell'ordine e magistratura, dall'altra, per pretesa leghista, annoverando l'immigrazione clandestina tra i reati di forte allarme sociale al pari, cioè, del terrorismo e dell'associazione mafiosa. Non sarebbe poi neanche degna di nota la motivazione politica reale se non fosse sconcertante: questa risiede nella necessaria strategia di contenimento della Lega Nord che il sindaco Morroni si è già dato e deve continuare a darsi, pena la perdita di un forte strumento di pressione sull'opinione pubblica sul tema demagogico, nonostante delicatissimo, dell'immigrazione e di conseguenza di un sicuro sostegno politico ed elettorale alla sua giunta. Ma è l'esito che questo provvedimento avrà nella stessa mentalità sociale a preoccuparci ed anche un pò ad indignarci. Morroni sa bene che la degustazione delle polpette avvelenate della xenofobia e il solletico alle pance e agli stomaci della gente produce soprattutto in tempi di crisi economica e sociale un potente e gigantesco diversivo. Se chiudono le fabbriche, se ci sono sempre meno servizi per i cittadini le colpe non sono nè del governo, nè dei padroni, nè di chi dovrebbe invertire le politiche economiche e sociali nè di chi non dismette la teoria e la pratica del liberismo più selvaggio. Ma sono di quello che ti insidia il posto nella graduatoria della casa popolare anche se non ci sono case popolari da assegnare perchè Berlusconi non ci ha messo mai un euro o per chi ti riduce la possibilità di sgravi su mense e trasporti scolastici anche se ti tagliano su scuola, università e ricerca. Se poi questo provvedimento, come abbiamo solo in parte spiegato, risulterà largamente inefficace, sarà comunque stato importante averlo gettato in pasto alla gente e soprattutto aver alimentato la guerra tra poveri. Sì perchè alla crisi economica e sociale di questo territorio, oggetto di un forte processo di immigrazione negli ultimi venti anni, la destra berlusconiana e nordista di Gualdo risponde alimentando la guerra tra poveri e la tensione xenofoba anzichè mettere in campo risposte concrete contro la crisi. Non ci sono risorse per i servizi sociali, Berlusconi li ha dimezzate? Chiudamoli per gli immigrati. La sanità pubblica è sempre più in difficoltà? I medici denuncino i clandestini che si rivolgono al pronto soccorso e non prestino le cure. Le fabbriche cominciano a chiudere? Cacciamo via i parassiti stranieri da Gualdo. Questo è il messaggio che, volenti o nolenti, i gualdesi, soprattutto quelli che di più soffrono questa crisi, recepiranno dal provvedimento di Morroni. Rispetto a questo maldestro tentativo di perseverare nell'inganno della lotta tra poveri e nell'istigazione populista alla xenofobia noi vogliamo rivolgere un forte appello a contrastare questo disegno intanto a tutte le forze politiche che siedono in Consiglio comunale, in particolare all'Italia dei Valori di Fausto Cambiotti e a Sandra Monacelli, vista la sua ispirazione cattolica e democratica e a tutte le forze sociali democratiche di Gualdo, in particolare a quelle cattoliche. Nell'ultimo consiglio comunale avevamo proposto di convocare una seduta aperta e monotematica proprio sul fenomeno dell'immigrazione nella nostra città vista la sua complessità e vista la necessità che la politica debba conoscerne di più e meglio gli elementi di fondo, le risorse, le problematicità e le tendenze. La proposta non è stata accolta ma sappiamo che ha sortito alcuni effetti e mosso qualche dubbio tant'è che il provvedimento è stato sottoposto in via preventiva alla visione del Prefetto di Perugia. Ci spiace ma non basta, non consente una visione a 360 ° e ci si accinge comunque senza questo preventivo e complessivo approfondimento a varare delle linee di indirizzo che ben lungi dal governare il fenomeno, ne alimenta le conseguenze nefaste sulla coesione sociale della città e ne accentua le tensioni sui nervi scoperti della società civile. Sappiamo bene che non siamo più nelle condizioni economiche e sociali dell'accoglienza tout court ma siamo nella fase più difficile della stabilizzazione e dell'integrazione. Finora il mercato del lavoro ha regolato da sè i flussi anche in maniera illegittima e sommersa, siamo i primi a voler porre delle condizioni di regolazione ai flussi migratori anche per consentire agli stessi immigrati decenti e dignitose condizioni di vita e di lavoro. Ma non è quella della Giunta Morroni la strada. Noi crediamo che Gualdo anche da questo punto di vista rischi l'isolamento rispetto alla grande tradizione di civiltà, tolleranza, solidarietà, diritti tipica dell'Umbria. Le lavoratrici e i lavoratori di Gualdo, italiani e stranieri, prendano sul serio le sollecitazioni del sindaco Morroni: si facciano artefici della propria fortuna. Sì, lo prendano in parola: si mobilitino seriamente contro la crisi e contro chi, Berlusconi a Roma, Morroni a Gualdo, una volta la nega e contro chi, Bossi in Padania, Morroni a Gualdo, una volta la risolve con la lotta tra poveri. Per parte nostra speriamo che sabato prossimo non ci sia bisogno di dare degli stronzi ai comprimari della maggioranza di destra di Gualdo, non è nel nostro costume politico e civile anche se non siamo Presidenti della Camera, ma se lo ha fatto Gianfranco Fini e se ce ne sarà bisogno, lo faremo anche noi.   Condividi