"Nel terzo anniversario dell’incidente avvenuto nell’oleificio Umbria Olii, il Comune di Campello ricorda le vittime con un impegno per il prossimo futuro". Lo ha affermato in una nota il sindaco Paolo Pacifici che domani ospiterà il convegno “E’ obbligatorio non morire sul lavoro”, un tavolo di confronto tra le Istituzioni ed esponenti della società civile e della cultura. L’obiettivo è di affermare il concetto di sicurezza sul lavoro come patrimonio condiviso per creare una nuova cultura della prevenzione che coinvolga la città, i lavoratori e le imprese.
Apriranno il dibattito il Sindaco del Comune di Campello, Paolo Pacifici che illustrerà l’ordine del giorno sulla sicurezza sul lavoro e Giuseppe Castronovo, presidente del Consiglio comunale di Torino. Una sinergia, quella tra Torino e Campello, data da un comune denominatore: pesanti perdite di persone- lavoratori- cittadini durante il lavoro.
“Torino e Campello sul Clitunno sono due città profondamente segnate dalle morti sul lavoro- dichiara Castronovo- Alle acciaierie ThyssenKrupp di Torino sono bruciati vivi sette operai. All’oleificio Umbria Olii di Campello sono saltati in aria quattro lavoratori. Due episodi tragici, terribili- conclude- che devono aiutare le rispettive comunità, e l’Italia intera, a riflettere e ad agire tutti insieme per fermare le stragi sul lavoro”
Ad illustrare le azioni delle istituzioni umbre a garanzia della sicurezza sul lavoro, interverranno Damiano Stufara, assessore ai Servizi Sociali della Regione Umbria, e Giuliano Granocchia, assessore al Lavoro della Provincia di Perugia.
Al dibattito, insieme al sindaco di Campello sul Clitunno Paolo Pacifici, e al Presidente del Consiglio comunale di Torino Giuseppe Castronovo, parteciperanno gli onorevoli Antonio Boccuzzi (ex operaio ThyssenKrupp Torino) e Giuseppe Giulietti (portavoce dell’associazione Articolo 21), Mimmo Calopresti (regista del film “La fabbrica dei tedeschi”), i familiari delle vittime dell’Umbria Olii, rappresentanti sindacali.
“La vicenda Umbria Olii necessita di maggiore attenzione – sostiene l’On. Antonio Boccuzzi- un processo che inizia dopo tre anni ha significato una specie di amnesia da parte dei media e della cittadinanza.”. Poi aggiunge- “Di contro, a Torino non c’è giorno in cui non si parli dell’andamento del processo ThyssenKrupp. Questo ha fatto in modo che sia diventata “cosa” di tutti e che le famiglie delle vittime non siano mai state gettate nello sconforto".
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