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PERUGIA - “Premiare con sgravi fiscali i ristoranti che propongono menù a base di prodotti locali, incentivare quegli agricoltori che adottano sistemi di rintracciabilità delle produzioni e facilitare la collaborazione tra imprese agricole e pubbliche amministrazioni”. Sono questi gli obiettivi del disegno di legge presentato dal gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale (primi firmatari Luigi Masci e Gianluca Rossi) per correggere la normativa regionale n. 57 del 2001 “Disposizioni in materia di coltivazione, allevamento, sperimentazione, commercializzazione e consumo di organismi geneticamente modificati e per la promozione di prodotti biologici e tipici”, introducendo “nuove e più ampie forme di sostegno agli operatori impegnati nelle produzioni tipiche e biologiche”. “Siamo i primi in Italia ad proporre alcune innovative forme di tutela della qualità, della genuinità e della specificità della produzione agricola tipica” spiega il vice capogruppo del Pd, Luigi Masci: “Si tratta di sostanziali accorgimenti che vogliono dare un sostegno concreto e tangibile a chi lavora in un settore in grado di esaltare a pieno il brand umbro. Incoraggiare quelle imprese agricole che investono nelle tipicità regionali, favorendo per le loro produzioni un ‘mercato di vicinanza’ collegato con il settore turistico ed agroalimentare, significa investire nell’Umbria migliore, quella che tutela le sue tradizioni, difende l’ambiente e promuove una modello economico sostenibile”. Masci ricorda infine l’importante apporto di Coldiretti all’elaborazione del nuovo testo: “in materie così tecniche e settoriali è sempre doveroso confrontarsi con chi ricopre ruoli di rappresentanza”. Il disegno di legge riconosce il ruolo di “multifunzionalità dell’impresa agricola stabilendo che le Amministrazioni pubbliche possono stipulare convenzioni o contratti di appalto con gli agricoltori, per interventi che vanno dalla tutela del territorio rurale, del paesaggio agrario e delle zone montane a interventi in materia di protezione civile”. Si introduce inoltre la possibilità per le Amministrazioni pubbliche di “stipulare contratti di collaborazione per la promozione delle vocazioni produttive del territorio e la tutela delle produzioni di qualità e delle tradizioni alimentari locali”. Al fine di promuovere il consumo di prodotti locali, la Regione riconosce inoltre “la riduzione dell’aliquota Irap di un punto percentuale alle attività di ristorazione che usino almeno il 30 per cento di prodotti agricoli e biologici di origine regionale”. A riguardo costituirà “titolo preferenziale per l’aggiudicazione di servizi o forniture di prodotti alimentari per ristorazione collettiva l’utilizzo di almeno il 30 per cento di prodotti agricoli regionali”. A tutela del consumatore, per consentirgli una conoscenza piena circa l’origine dei prodotti agricoli, è scritto che “la Regione concede contributi per favorire l’adozione di un sistema volontario di rintracciabilità dei prodotti agricoli e alimentari mediante l’utilizzazione di etichettatura o altro mezzo d’identificazione che contenga informazioni su produzione, raccolta, trasformazione, confezionamento, distribuzione e commercializzazione”. Relativamente all’attività di vendita da parte dell'impresa agricola legge regionale recepisce le norme del decreto legislativo “228/2001”, che mirano a favorire l’imprenditore agricolo non limitandolo solamente al ruolo di produttore, ma rendendolo protagonista diretto della filiera agroalimentare, facilitando l’alienazione dei prodotti agricoli quale necessario e naturale sbocco dell’attività imprenditoriale. Infine, per migliorare “la qualità delle emissioni in atmosfera e in attuazione del Piano energetico regionale, la Regione incentiva la produzione di biocarburanti ricavati da biomasse di origine agricola, provenienti dall’agricoltura regionale che dovranno sostituire quelli di origine fossile, per il trasporto pubblico locale e il riscaldamento degli uffici di enti locali”. Condividi