Proseguono gli incontri della Fiom Cgil dell'Umbria con le forze politiche del centrosinistra regionale. Dopo Rifondazione Comunista, ieri è stata la volta di Sinistra e Libertà, rappresentata da Aldo Potenza, Luigi Bori, Alessio Gili e Alessandro Monaco. La Fiom ha illustrato le motivazioni che hanno portato alla rottura della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici, poi firmato separatamente da Fim e Uilm con Federmeccanica. La Fiom ha anche spiegato quelli che a suo avviso sono i punti critici dell'accordo separato, come il peggioramento delle condizioni salariali che esso determina, o l'introduzione di deroghe al contratto nazionale che fanno venir meno il principio di uguaglianza tra i lavoratori e di unicità del contratto su base nazionale, favorendo spinte verso il ritorno a vere e proprie gabbie salariali. Da parte di Sinistra e Libertà è emersa condivisione per le preoccupazioni e per le posizioni della Fiom Cgil, in modo particolare per quanto riguarda la pressante richiesta di Democrazia nei luoghi di lavoro che resta inascoltata da parte delle altre organizzazioni sindacali e che vede la Fiom fortemente impegnata nella richiesta di un referendum unitario sul contratto. Sinistra e Libertà è stata poi informata dell'intenzione della Fiom di organizzare una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sulla democrazia nei luoghi di lavoro e sulla rappresentanza sindacale. SeL ha manifestato interesse per questa iniziativa e ha osservato come vi sia, in generale nel Paese, una grande questione democratica che richiede il massimo impegno di tutte le forze in campo. Infine, il confronto si è spostato sui temi della crisi e della situazione economica e sociale dell'Umbria. La forte preoccupazione per la condizione del sistema manifatturiero umbro è stata pienamente condivisa, così come l'allarme per gli effetti sociali delle ristrutturazioni aziendali in atto. Fiom e Sinistra e Libertà hanno dunque concordato sulla necessità di riaprire un confronto tra partiti del centrosinistra e sindacati su un nuovo modello di sviluppo regionale che possa portare l'Umbria fuori dalla crisi.  Condividi