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di Daniele Bovi “Tutti a casa, qui non c’è niente in regola”. Sono state più o meno queste le parole ascoltate da alcuni operai questa mattina intorno alle 7.25, quando i carabinieri del Noe guidati dal capitano Giuseppe Schienalunga insieme agli addetti della Medicina del lavoro hanno apposto i sequestri al depuratore di Bettona e ad un magazzino nelle vicinanze. Un magazzino dove veniva stoccata da qualche tempo la parte solida dei reflui (separata da quella liquida dopo un passaggio in una centrifuga) prodotti dal depuratore. Intorno alla vicenda c’è il più stretto riserbo. Il capitano Schienalunga, contattato da Umbrialeft, ha solo fatto capire che sarà una cosa lunga. Il magazzino interessato dal sequestro è quello dove nel 2001 il Consorzio Agrital Ricerche ha portato avanti un progetto, finanziato dall’allora Murst (Ministero per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica) in cui si produceva compost di qualità attraverso la sperimentazione di un processo di fermentazione dei reflui zootecnici. Da molto tempo però quello stesso magazzino non veniva più usato per quegli scopi bensì come semplice luogo di stoccaggio. Secondo le informazioni raccolte da Umbrialeft inoltre, gli stessi operai della Codep, attraverso i sindacati, avrebbero segnalato a chi di dovere che le cose dentro il depuratore non funzionavano alla perfezione. In particolare, sempre secondo quanto apprende Umbrialeft, gravi mancanze sarebbero state riscontrate sul piano della sicurezza nei due sopralluoghi fatti dalla Medicina del lavoro (dell'Asl 2) negli ultimi venti giorni. Per leggere gli altri articoli di Umbrialeft sui fatti di oggi clicca qui http://www.umbrialeft.it/node/26825 e qui http://www.umbrialeft.it/node/26817 Condividi