di Nicola Bossi Una delle prime vittime della riforma delle autonomie approvata dal Governo questa mattina sarà l'ente irriguo umbro-toscano che era nato dalle ceneri di un ente fortemente voluto da Amintore Fanfani. L'ente si sta occupando di collegare il Montedoglio al Trasimeno per cercare di arginarne - in piccolissima parte dato che apporterebbe al massimo sei centimetri di acqua al bacino - la secca del lago umbro. Altro impegno dell'ente è quello di fornire acqua a prezzi competitivi per gli agricoltori umbri alle prese con i divieti di attingimento da fiumi e per l'appunto laghi. Un ente che aveva fatto parlare di se per il gettone del suo Cda abbastanza cospicuo anche in virtù del fatto le cui nomine era di natura politica e non tecnica. La defenestrazione dell'ente ha fatto arrabbiare i Governatori dell'Umbria e delle Marche che in una nota congiunta hanno scritto:I due presidenti nella lettera ricordano che “come dovrebbe essere ben noto, alle molteplici ma unitarie attività ed alle competenze del disciolto Ente, il cui bilancio è sostanzialmente in equilibrio dal 2002 come anche messo in evidenza nelle Relazioni presentate ogni anno al Parlamento dalla Corte dei Conti, sono inscindibilmente legate questioni di fondamentale importanza per gli interessi delle due regioni in materia di approvvigionamento irriguo, idropotabile, tutela ambientale, gestione degli eventi di piena e regolazione dei deflussi, e così via”. Condividi