Nell’area del centro storico la percezione di insicurezza risulta accresciuta, specialmente durante le ore serali e notturne, dalla presenza di alcuni fenomeni quali il consumo e l’abuso di alcol, soprattutto da parte di giovani e anche di minori. Il Comune, nell’ ambito più generale delle sue politiche per la sicurezza, ha valutato attentamente il problema e ha deciso di attivare un protocollo condiviso, oltre che dall’ Amministrazione comunale, anche dalle associazioni di categoria e dai singoli esercenti. Con il protocollo gli operatori del settore concordano con “l’attenzione posta dal Comune sulle tematiche della vivibilità, della sicurezza e del decoro urbano”, anche con l’obbiettivo di ”valorizzare il contesto in cui svolgono la propria attività imprenditoriale”. Il protocollo ha la durata di un anno ed è tacitamente rinnovabile. I firmatari sono: Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA, Collegio Arti e Mestieri in Centro.
Una ordinanza sindacale, valida intanto per i prossimi due mesi, dal 23 novembre al 24 gennaio, con l’ esclusione del periodo 24 dicembre – 6 gennaio, stabilisce che oltre l’1,30 non si possono più somministrare alcolici: in pratica si anticipa di un’ora rispetto alla normativa precedente. L’orario di chiusura resta fissato per le 2,30. L’ammenda per i trasgressori è di 450 Euro. Sono escluse dall’ ordinanza le discoteche, che nell’area del centro storico sono due.
Oggi il sindaco Boccali ha illustrato l’ accordo alla stampa e ha fatto, anche approfittando della presenza di Achille Serra, suo consulente in questa delicata materia, il punto sulle politiche che il Comune sta attivando in materia di sicurezza. “Quello che vogliamo è un uso corretto del centro storico – ha detto Boccali – ed il protocollo deriva anche da una assunzione di responsabilità degli operatori. Nessuno di noi vuole una città blindata, ma una città, in particolare il suo centro, vissuta e aperta ma tranquilla: porre un limite al consumo di alcol va in questa direzione”. Usando una metafora automobilistica, il sindaco ha spiegato che “non si può andare sempre a tutta velocità perché prima o poi si va a sbattere, e gli operatori si sono resi conto che se le attività non sono compatibili con il contesto urbano alla fine vanno in crisi”.
Boccali ha poi anticipato che tra un paio di settimane il Comune produrrà i risultati di una ricerca sul consumo di stupefacenti (“Perugia non è il supermercato della droga ed il crollo delle morti per droga per fortuna lo dimostra, anche se una sola di queste morti è comunque un dramma”) e che si sta lavorando per garantire “un uso corretto dei piani terra delle abitazioni”. Infine, il sindaco ha espresso apprezzamento per il codice deontologico degli operatori ed è tornato a ringraziato le forze dell’ ordine e la Prefettura per il lavoro di repressione del crimine “che ha prodotto effetti importanti”.
Sulla necessità del lavoro di prevenzione e del coordinamento si è pronunciato Achille Serra, sottolineando come risultino oggi estremamente difficili sia la repressione che l’investigazione. Serra ha anche osservato come, al contrario delle ronde, (“un esperimento fallito, dopo le grandi attese”) gli steward previsti dal protocollo perugino siano guardie giurate specializzate che lavorano in stretto collegamento con la Polizia municipale e le forze dell’ ordine, ed ha rilevato che “a Perugia in materia di sicurezza si sono fatti passi da giganti e i provvedimenti recenti vanno nella giusta direzione per restituire il centro di Perugia ai perugini”.
Alla conferenza hanno partecipato anche l’ assessore alle attività economiche, Giuseppe Lomurno, ed il comandante della Polizia municipale, Nicoletta Caponi. Dai rappresentanti delle organizzazioni di categoria firmatarie del protocollo sono arrivate anche osservazioni (l’ apertura serale del mini metrò, la disponibilità di locali per le attività artigiane) ma soprattutto la convinzione che il protocollo sia uno strumento ed un metodo utile di lavoro.
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