di Daniele Bovi L’ennesima riunione fiume della Commissione Statuto sulla futura legge elettorale regionale ha prodotto qualche momento di tensione e una sola certezza: dalla prossima settimana (le riunioni sono state fissate per il 25 e per il 30 novembre) si comincerà ad esaminare e a discutere, articolo per articolo, la proposta di Gianluca Rossi (Pd). Cosa che ha mandato su tutte le furie il neo italvalorista Dottorini che si è alzato e ha abbandonato anzitempo la riunione. Nessun patto blindato da approvare a scatola chiusa però: su ogni singolo articolo ci sarà discussione vera e la possibilità di emendare il testo del Pd. Sul piatto, visto che anche lei ha presentato una proposta, la presidente della commissione Girolamini ha anche messo le sue dimissioni, peraltro prontamente respinte. Mentre sul piatto restano le altre quattro proposte di Lignani Marchesani (Pdl), Dottorini (Idv), Girolamini (Sdi-Uniti nell’Ulivo) e Carpinelli (Pdci) di cui vi daremo dettagliatamente conto nel prossimo articolo, la proposta di Rossi in sintesi prevede un sistema elettorale misto dove i 4/5 dei seggi sono assegnati con sistema proporzionale, mentre i restanti con il maggioritario. Il tutto in un unico collegio regionale. La soglia di sbarramento è del 3% per le liste provinciali e del 5% per le coalizioni, mentre lo schieramento che risulterà vincitore si aggiudicherà il 60% dei seggi (che non sarebbe altro che il famoso premio di maggioranza). Il collegio unico regionale è suddiviso in due circoscrizioni corrispondenti alle due province: la circoscrizione di Perugia eleggerà 18 consiglieri e quella di Terni 6. L’assegnazione dei resti avverrà in base ad una graduatoria decrescente delle cifre elettorali a livello regionale. L’assegnazione dei seggi alle circoscrizioni elettorali invece, avverrebbe in base ad una graduatoria delle cifre espresse in percentuale rispetto alla cifra elettorale circoscrizionale totale. Ora non rimane che aspettare la discussione. Anche perché i tempi stringono e le sedute a disposizione del Consiglio regionale sono rimaste poche. Se un accordo non venisse raggiunto, fa notare qualcuno, “non c’è problema: si va a votare con la legge attuale”. Condividi