di Circolo ospedaliero del PRC.Terni
Il vivere bene e il lavoro occupano un posto prioritario nell’elenco dei problemi che interessano la mente e la vita della maggior parte di noi.
Quindi insieme alla salute personale ci auguriamo una svolta positiva nella sanità pubblica perché ad essa è legata il nostro benessere, l’alternativa è pagarsi cure di eccellenza , aspettarsi un miracolo, o soffrire. Il nostro giudizio sulla sanità in Umbria è positivo ma esiste da molti anni un decremento qualitativo iniziato con l’ “aziendalizzazione”.
Riferiamo due episodi che sono secondo noi emblematici.
Il primo interessa un’ala del nostro nosocomio composta di 20 posti letto per malati di chirurgia generale di prossima apertura. La suddetta ala è ripartita in due reparti: chirurgia d’urgenza e chirurgia epatobiliare. Le unità infermieristiche per tutta l’ala sono due unità,più una terza unità e un O.S.S. la mattina, due unità il pomeriggio e due la notte. Ovviamente per il totale dei posti letto. Questo episodio riporta al problema insoluto , da noi più volte evidenziato, della scarsa distribuzione del personale paramedico che opera nei reparti quindi in prima linea nell’assistenza.
Torniamo a ripetere che il personale nella sua totalità è il centro della vita assistenziale di un ospedale e deve essere distribuito in maniera adeguata numericamente . Ribadiamo che la valorizzazione degli operatori sanitari , con particolare riguardo per quelli che hanno l’assistenza diretta, è un valore assoluto e deve essere messo in condizioni numeriche, logistiche e patrimoniali per svolgere il lavoro al meglio. Non vogliamo riprendere la famigerata delibera 507/08 in cui si premiavano solo i dirigenti; siamo certi che ciò non si verificherà mai più.
Un secondo episodio è l’angiografia interventistica, praticamente portata avanti da un solo dirigente medico prossimo alla pensione. Questo esempio è esplicativo del mancato ricambio generazionale che ha come conseguenza l’ assenza di una generazione a cui passare il testimone. E’presente specie tra il personale medico,un organico risalente a più di venti anni fa a fronte di un aumento della domanda qualitativa e quantitativa dell’assistenza .
In questi anni non si è programmato o investito a sufficienza sulle assunzioni nei posti dove necessitavano ma determinate rare assunzioni sono state fatte solo in reparti d’élite . I due episodi pongono domande e quesiti sulla programmazione aziendale e sul progetto politico a breve e lungo termine per la gestione del nostro ospedale che è in primo luogo di comunità e poi di alta specializzazione.
Si parla spesso di strapotere dei partiti in sanità e malessere degli operatori sanitari e si discute animatamente sulle nomine dei direttori generali. Noi pensiamo che ai dirigenti della sanità pubblica competano principalmente le scelte e l’ organizzazione della suddetta. La mancanza di risorse non può essere usata come alibi per evitare scelte chiare; ricordiamo che è importante quanto si spende, ma lo è ancor più come.Senza dimenticare l’ importanza fondamentale dei risultati. La salute non è una merce!
. Prendendo atto dei timidi tentativi degli ultimi tre anni di integrazione con il territorio, per ora insufficienti, ma sicuramente validi ; ora servono scelte chiare,un confronto e una trasparenza che annulli il clima di sospetto degli operatori sanitari.
Alla luce di ciò il circolo ospedaliero del PRC propone:
Il superamento dell’insufficienza numerica del personale paramedico e il suo adeguamento alle esigenze di ciascun reparto.
Assunzione di personale medico, paramedico e O.S.S. a tempo indeterminato evitando esternalizzazioni e controllando l’ effettivo risparmio di quelle già presenti. In definitiva la soluzione da noi proposta è di collocare le risorse umane come fattore primario per la qualità; coinvolgendo in maniera strutturale gli operatori e riconoscendo la professionalità e la partecipazione dei suddetti alla vita aziendale. Ovviamente l’ abolizione della flessibilità è fondamentale, così come lo è il superamento del formalismo gerarchico-burocratico .
Il personale tutto deve essere gratificato e posto nelle condizioni ottimali per svolgere il proprio compito cercando di far coincidere oneri ed anche qualche “onore”.
Le esigenze del personale devono essere ascoltate e recepite dalla direzione aziendale. Un esempio banale della lontananza della direzione aziendale è il seguente: dal 27/08/09 alcuni medici dell’ U.O. ORL avevano chiesto un incontro con la direzione a tutt’oggi non si conosce nè la stagione nè l’anno in cui verranno ricevuti. Chiediamo : è così per tutti o per alcuni?
Il rapporto tra ospedale e territorio deve essere incrementato con finalità di costruire una rete integrata di servizi ospedalieri e territoriali in un percorso unico che comprenda la prevenzione,la cura e la riabilitazione.
Tenendo presente che l’alta specialità ha costi elevati, suggeriamo di immettere in un circuito interregionale le eccellenze presenti per un interscambio.Questa azione comporterebbe un risparmio monetario e contributi alla vita scientifica.
Ricoprire le sedi vacanti di direttori di U.O Complessa nella sola e unica ottica di un ospedale di comunità e alta specializzazione.
Fiduciosi nella sensibilità della direzione, ricordiamo al direttore che gestisce una sanità pubblica in una struttura pubblica.
Torniamo a chiedere l’uso della sala conferenze del nostro nosocomio pubblico per il mese di gennaio 2010 (un anno fa la stessa richiesta fu rifiutata senza addurre motivazione) per un incontro sulle tematiche del lavoro.
Concludiamo ricordando una frase di Seneca:” non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”.
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