Finalmente anche il Consiglio regionale dell’Umbria è riuscito a discutere della crisi della Antonio Merloni e del rischio che si corre nel perdere circa 5mila posti di lavoro, con tutte le drammatiche conseguenze economiche e sociali che ne potrebbero scaturire per quei territori. La mozione approvata all’unanimità indica impegni precisi per la Giunta regionale, sia sul versante programmatico sia su quello strettamente economico, richiama agli impegni il Governo nazionale e definisce un orizzonte di nuova industrializzazione per la fascia appenninica umbro-marchigiana. Il documento inoltre individua la necessità che il territorio interessato dalla Merloni, da Fabriano a Gualdo Tadino e fino a Nocera Umbra, onde scongiurare rischi di degrado socio-economico, sia sostenuto da nuove risorse e strumenti innovativi atti alla creazione di piccole e medie imprese. Ossia quelle realtà in grado di arricchire il territorio di nuove iniziative imprenditoriali e di salvaguardare i livelli occupazionali. Rifondazione comunista resta però dell’opinione che sarebbe stato più efficace esplicitare nettamente la richiesta della istituzione della cosiddetta zona franca. Il Consiglio regionale tuttavia ha tuttavia indicato alla Giunta il termine di un mese per riferire sullo stato delle trattative. Rifondazione comunista impegna tutte le proprie strutture e livelli istituzionali a seguire attentamente la vertenza e a sostenere le lotte dei lavoratori. Stefano Vinti Consigliere regionale Prc-Se Condividi