CITTA' DI CASTELLO - Gli asili nido di Città di Castello compiono trenta anni e l’Amministrazione comunale ha presentato il programma delle iniziative previste per la ricorrenza.
“La crisi economica ci costringe a mettere in discussione un patrimonio di servizi pubblici considerato dai cittadini scontato: in questo novero rientrano anche i servizi per la prima e primissima infanzia, che rappresentano un investimento non dovuto dell’ente pubblico ma sentito come prioritario per le famiglie e i bambini”: così il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini ha spiegato l’accento dato al trentennale attraverso il coinvolgimento dei genitori nella costruzione degli eventi, previsti nella prima metà del 2010.
“Rispetto ai trasferimenti e alla compartecipazione al gettito, la legge non fa differenza in base alla qualità e quantità dei servizi attivati localmente, penalizzato i comuni virtuosi, che continuano a sostenere costi consistenti in un contesto di forti tagli agli enti pubblici. Celebrare i trenta anni degli asili nido assume il significato di una nuova battaglia culturale per salvaguardare un welfare, conquistato soprattutto grazie ai comuni, che nel sistema di tutela alle famiglie hanno applicato ante litteram il principio della sussidiarietà”.
Nel 1979 a Città di Castello era presente soltanto il nido dell’Omni, nella sede attuale del Franchetti, quando aprirono tre strutture pubbliche che, con il tempo, sono diventate quattro - Il delfino, La coccinella, il Franchetti, il Fiocco di neve di Trestina - cui si aggiungono il centro per bambini L’arca e il centro per bambini e famiglie La casa azzurra (di cui per altro ricorre il decennale).
“Un forte impegno politico e progettuale ha sostenuto il nucleo di partenza” ha dichiarato l’assessore alle Politiche scolastiche Rossella Cestini, che ha precisato come “in tre decenni abbiamo accolto oltre 4mila bambini, sostenendo, con una apposita autorizzazione, dal 2005 e in anticipo sulla legge regionale, soggetti privati impegnati nel servizio, per elevare la percentuale di risposta alle famiglie. La nostra media si aggira sul 28% a fronte di un 14 nazionale, un 27,6 di Bologna. Quanto alle iniziative specifiche, vorremmo in primo luogo procedere ad una elaborazione degli orientamenti educativi, anche attraverso gruppi di discussione rivolti ad ex utenti, arricchire il programma con una mostra grazie al materiale del Centro di documentazione, rendere fruibili i nostri laboratori di lettura, pittura e gusto, che potremmo allestire nelle piazze della città e delle frazioni”.
All’incontro con i giornalisti era presente anche il dirigente del Settore sociale Gualtiero Angelini e Lauredana Biccheri, coordinatrice pedagogica e responsabile dei Servizi alla Prima Infanzia, la quale, ricordando i tempi pioneristici in cui aprirono i nidi in città e a Trestina, ha ribadito come “il servizio di Città di Castello vuole illustrare e rivendicare un’identità pedagogica fatta di spazi, relazioni e formazione, riconosciuta come esperienza-pilota in realtà regionali molto più ampie e popolose della nostra. Seguendo il criterio tradizionale, anche nel trentennale abbiamo intenzione di sviluppare un programma a partire dal lavoro di famiglie, operatrici ed istituzioni”.
“La passione spesso fa passare in secondo luogo la fatica e la responsabilità di crescere bambini nei primi due anni di vita” ha detto, a nome delle operatrici storiche dei nidi, Brunella Tacchini, che ha ribadito “l’importanza del momento formativo e dell’interscambio continuo con le famiglie per dare una vera qualità ai servizi diretti alla prima infanzia”. A questa fase preparatoria seguirà, tra qualche tempo, la presentazione del programma vero e proprio con cui Città di Castello festeggerà i trenta anni degli asili nido pubblici.
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