GUBBIO - Il sindaco Orfeo Goracci e l’assessore all’Ambiente Lucio Panfili tornano sulla questione del progetto del gasdotto Brindisi-Minerbio, con la seguente comunicazione:
«Nelle ultime settimane è continuato il confronto tra i tecnici della SNAM e l’amministrazione comunale sulle questioni del tracciato del gasdotto Brindisi-Minerbio, per il tratto che attraversa il territorio del Comune di Gubbio. Dopo le modifiche introdotte per ridurre l’interferenza col bacino del torrente Saonda nella zona est in prossimità della confluenza col fiume Chiascio, sono state prese in esame altre due problematiche: la compatibilità del tracciato con le previsioni urbanistiche nella zona dell’ex vivaio regionale, a fondo valle in prossimità della strada provinciale bivio S. Martino in Colle, e la necessità di una verifica più dettagliata del passaggio in aree a rischio idrogeologico nella zona ovest fino al confine con il Comune di Pietralunga. Oltre a ciò, per quest’area confermiamo l’indicazione di individuare un tracciato che percorra corridoi già compromessi da infrastrutture esistenti (strade, elettrodotti, ecc.), scegliendo la direttrice della S.S. 219 da Mocaiana – Pierantonio per giungere alla direttrice della E 45. In esito a dette verifiche, SNAM procederà alla formulazione di una nuova ipotesi di tracciato che verrà necessariamente sottoposta alla valutazione del Consiglio Comunale. Tutto ciò al fine di ridurre al minimo gli impatti che, in caso di realizzazione, questa opera può produrre sul nostro territorio. Restano aperte le grandi questioni che riguardano questa opera: la sua strategicità, le politiche in campo energetico a livello nazionale ed europeo, gli impatti complessivi sulla dorsale appenninica con particolare riferimento a zone di assoluta importanza ambientale per la loro specificità e per la oggettiva impossibilità di ripristino e riambientamento dei luoghi naturali. Su questo versante confermiamo la netta opposizione dell’amministrazione comunale al progetto, ritenendo dannosa la strategia prevista dal governo Berlusconi di utilizzare la penisola italiana come piattaforma di arrivo dei metanodotti provenienti dall’Africa e dall’ Europa Orientale per approvvigionare il mercato del nord Europa col risultato di imporre grandi sacrifici ambientali ai territori coinvolti. I recenti accordi stipulati dal Presidente del Consiglio col suo amico Putin confermano il disegno di realizzare altri gasdotti da far arrivare in Italia non per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale, già ampiamente assicurato dalla attuale rete e diversificato su più fonti, ma per produrre profitti alle aziende amiche sia nella realizzazione delle opere che nella vendita del metano. Il nostro sforzo continua anche nel sostegno al lavoro di informazione sul progetto per accrescere la consapevolezza delle forze politiche e dei livelli istituzionali sulla portata e la rilevanza dell’opera che non è accettabile possa essere gestita come l’ennesimo intervento calato dall’alto sulla testa e sulla vita delle comunità locali.»
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