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di Daniele Bovi A dare il buongiorno ai delegati dell’assemblea regionale del Pd ci hanno voluto pensare una trentina di persone dei comitati per l’ambiente di Bettona e Marsciano, alle prese con gli annosi problemi relativi a biodigestori e dintorni. In un volantino dato questa mattina di fronte all’ingresso del Capitini, un vero e proprio attacco diretto a Bottini, si riporta una frase dell’assessore (“Ho lavorato molto bene”) e un riassunto dell’inchiesta di Bettona e non solo. Giulietto Vinti, leader del movimento per l’ambiente di Marsciano, all’ingresso bracca il cronista di Umbrialeft e racconta: “La Sia (ovvero la Società di igiene ambientale di Marsciano) mi ha chiesto 250mila euro di danni per quello che ho detto sui giornali a proposito degli sversamenti nel Genna”. “Ho lavorato molto bene – si dice nel volantino –, è stato detto dal responsabile dell’ambiente. Infatti risulta: 85 iscritti nel registro degli indagati, 11 persone sottoposte alla carcerazione tra cui tre dipendenti dell’Arpa Umbria per disastro ambientale, associazione a delinquere e inquinamento delle falde acquifere. Sessanta pozzi domestici sequestrati per concentrazione di azoto e presenza di batteri fecali la cui acqua non è buona neanche per lavare le automobili. Settantamila metri quadrati di stalle abusive solo a Bettona. 240mila tonnellate di fanghi stoccati nelle lagune di Bettona e Marsciano di cui non si sa cosa farne. Dodici milioni di tonnellate di liquami smaltiti nel Chiascio e in pochissimi ettari di terreno nel corso degli ultimi 25 anni. 240 sversamenti di inquinanti registrati nel fiume Chiascio dalle centraline dell’Arpa negli ultimi tre anni. Paesi come Bettona, Olmeto, Sant’Elena, Spina, Cerqueto, San Martino in Colle, Sant’Enea, Castiglione del Lago e così via costretti a convivere con gli allevamenti. Il Trasimeno è moribondo, Corbara pure, la quasi totalità dei corsi d’acqua è pesantemente inquinata. E si potrebbe continuare all’infinito. E noi cittadini – si chiedono nel finale – dovremmo pure stare tranquilli? Cari delegati del Pd, non credete che sia ora di fare qualcosa e di utile per le popolazioni umbre?”. Non contenti, nel pomeriggio i comitati diffondono un’altra nota in cui questa volta l’obbiettivo diventa Maria Rita Lorenzetti. Colpevole, secondo i comitati, di essere arrivata all’assemblea del Pd con l’auto blu. “Considerato che il congresso del PD - si dice - è da ritenere un’iniziativa privata ci sembra che l’utilizzo dell’auto blu debba essere considerata alla stregua dell’uso del camioncino da parte del cantoniere della provincia che è stato arrestato”. Da qui chiedono l’intervento della magistratura e della Corte dei conti. Condividi