PERUGIA - Una riforma del Sistema regionale di Protezione civile, con una suddivisione di compiti e funzioni tra Regione ed Enti locali. È questo l’obiettivo del disegno di legge preadottato dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore regionale alla Protezione civile, Vincenzo Riommi.
Pur mantenendo intatto l’impianto dell’attuale sistema, il DdL introduce numerose novità sotto il profilo strutturale e funzionale, puntando ad una maggiore integrazione e ad un più efficiente coordinamento tra le diverse strutture che si occupano di Protezione Civile.
Principio ispiratore del nuovo sistema è la sicurezza dei cittadini e del territorio da perseguire con il metodo della previsione, della prevenzione, del soccorso e del superamento dell’emergenza. Attraverso l’integrazione coordinata delle competenze e delle attività delle Amministrazioni Locali e di quelle periferiche statali, la Regione privilegia il ruolo dei diversi livelli di governo istituzionale e delle strutture di Protezione Civile locali, non trascurando il ruolo del volontariato.
Il disegno di legge classifica inizialmente le diverse tipologie di eventi calamitosi, configurate in 3 livelli: eventi più circoscritti, gestibili con risorse locali, eventi che per estensione abbisognano dell’intervento della Regione, eventi che per estensione e gravità richiedano l’intervento e il coordinamento statale. Da questa classificazione derivano conseguentemente ruoli, competenze e attività che si risolvono in un sistema integrato ordinato in modo da evitare sovrapposizioni, inefficienze per puntare con efficacia alla gestione dell’emergenza.
Il DdL individua il Presidente della Regione ed i Sindaci come Autorità di Protezione civile, a quest’ultimi è demandato il coordinamento di tutte le attività di soccorso e di assistenza a livello locale attraverso il sistema dei Servizi intercomunali di Protezione Civile cioè delle strutture operative presenti nel territorio. I Comuni, anche in forma associata in ambiti territoriali omogenei (il riferimento è quello delle Comunità Montane), predispongono i piani comunali di Protezione civile e di emergenza. Alle Province è affidata la predisposizione dei piani provinciali, la raccolta, l’elaborazione e la trasmissione dei dati alla Regione, la vigilanza sull’attuazione delle procedure, la costituzione ed il coordinamento dei Comitati provinciali di Protezione civile.
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